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I giorni del fare

Sono giorni che sono pienissimo di cose da fare. 

No, non la mattina quando dormo, cosa che però ha creato qualche problema.
Le ho a lavoro. E ne sono sommerso. Perchè, come al solito, si deve fare tutto, all’ultimo minuto.
Ma le ho, soprattutto a casa. Diviso tra lo studio per passare i test d’ammissione a settembre, la lettura di riviste/blog del settore/tutorial per diventare più bravo, qualche lavoretto vario ed eventuale per fare curriculum, portfolio ed esperienze e qualche piccolo sfizio personale.
E, ovviamente, non riesco a stare dietro a tutto. Non riesco a darmi i ritmi giusti. Non riesco a dare il giusto peso alle cose. Uff!

Ricordi preziosi

Torno a casa mentre i primi raggi di sole illuminano la volta scura del cielo, disegnando nubi dalle varie forme.
Torno a casa mentre qualche goccia sola e annoiata scivola senza forza sul parabrezza.
E mi rendo conto che è tardissimo.
Ho poco, pochissimo tempo prima che Morfeo mi colga di sorpresa, affievolendo i ricordi di questa bella serata.
Ho poco, pochissimo tempo per fissare nei ricordi questi momenti di tenerezza vissuti con Te.
E, mentre chiudo gli occhi dal sonno, là  fuori si risveglia la vita.
Tanti uccellini cantano felici un inno al nuovo giorno appena iniziato.

Notti brave e accenni di sogni preoccupanti

Altra notte interessante. Andato a letto un po’ troppo tardi, causa uscita con colleghi e lunghe chiacchere con quella che sta diventando una carissima amica e collega. Arrivato a casa semidistrutto, una sbirciatina al telefono sperando nell’arrivo di nuovi messaggi. E poi nanna. Sonno. E sogni. Sogni, come al solito, strani. Quei sogni che li lasciano un po’ così.
Sveglia, all’improvviso, alle 9. Benjemin il coniglio suonava come al solito la sua canzoncina per svegliarmi. Eppure, mi sono svegliato male, immaginando di ricevere, all’ultimo una mail con i dati per un grafico che dovevano fare altri. O.o
E ho tentato di riaddormentarmi. Peccato che poi ci sia messo il postino a rompere le scatole. E così, con gli occhi chiusi, mi sono dovuto vestire velocemente, trovare il citofono, rispondere e affrontare la fortissima luce del sole di mezzogiorno. Ed era troppo, tutto in un colpo solo.

Fughe di gas

Ancora una volta è scattato l’allarme antigas.
Ancora una volta, ovviamente, si blocca arresto il gas in tutta casa.
Ancora una volta si blocca la caldaia, che deve essere riattivata manualmente.
Ancora una volta fai areare la cucina.
Ancora una volta sopporta quel suo odio sibilo spaccatimpani.

Sì, è vero che prevenire una fuga di gas è meglio che curare, ma qualcuno, forse, dovrebbe spiegare a quella scatoletta anti-fuga-di-gas che quello che ha sentito non è odore di gas.

Quello è solo profumo di pizza fatta in casa appena sfornata.

Musica e vita

Capita che tornando a casa inserisci in macchina un vecchio cd, uno di quelli che hai ascoltato un sacco di volte e tutte le volte ti emozioni.
Canzoni che hai ascoltato per darti la carica e canzoni che hai ascoltato quando eri triste e depresso.
E all’improvviso ti tornano in mente ricordi che avevi rimosso, associ le note a momenti passati della tua vita.
E all’improvviso le associ a quel che stai vivendo ora.
Perchè hai bisogno di qualcosa che ti dia la carica, hai bisogno di un po’ di musica che si adatti al tuo essere triste, depresso o semplicemente arrabbiato nero.
Perchè, quell’album, alla fine lo adori, dalla prima canzone all’ultima.
E non puoi far altro che farlo ripartire da capo.
E di nuovo felicità , tristezza, energia e tranquillità  ti passano per il corpo.
E continueresti così, all’infinito. Perchè forse, quell’album, è come la tua vita.

Ingranaggi misteriosi

Quando sto male e sono al buio, nel mio letto, sdraito a pancia in su, con gli occhi chiusi, sperando di riuscire a dormire, ho come l’impressione che tutto quello che c’è intorno a me si ingrandisca a dismisura. Il letto si allarga, il soffitto si allontana sempre di più. Ed io divento immensamente piccolo e solo e perso in mezzo a questa immensità  sconfinata.
Pensandoci bene, però, è una sensazione che ho fin da quando ero piccolo, da quando, poichè ero ammallato, dormivo nel lettone con mamma e papà . Ma quando loro non c’erano e io ero in mezzo al lettone, non riuscivo a sentirne la fine e mi sembrava immenso. Così come il soffitto, al buio, mi sembrava lontanissimo e irraggiungibile e pensavo ci fossero giganteschi ingranaggi con misteriose funzioni proprio sopra di me, nascosti nel buio. E così chiudevo gli occhi e speravo di dormire e di stare bene.
Ora so che quegli ingranaggi non esistevano. Ma quella sensazione di smarrimento e di malessere persiste. E così chiudo gli occhi e spero di dormire e di stare bene.

Vola

E così, senza neanche accorgermene, è passata un’altra settimana.
Ho avuto le date definitive delle mie ferie. E direi che siamo a buon punto con l’organizzazione del viaggietto estivo in Grecia con Love, per il matrimonio dei Bergamaschiâ„¢. Qualche giorno ad Atene, giusto per ammirare le bellezze del luogo, lasciare che qualcuno impazzisca, prendere un po’ troppo caldo e poi spostarci a Syros con il resto della comitiva.
Ma, a parte questo, la settimana è stata tranquilla, senza nessun evento eclatante.
Ho le mani in pasta in un po’ troppe cose, troppe promesse fatte e lavori vari da finire. Ma per un motivo o per un altro rimando sempre.
Ma domani devo assolutamente riuscire a sistemare almeno un paio di faccende: dichiarazione dei redditi e un po’ di file da stampare.
E vediamo se riuscirò a seguire un programma di pochi passi da fare per volta. Ne dubito, ma ci tento.
E per seguirlo, la prima cosa da fare è scappare a letto.

Bicchieri rovesciati e acqua a catinelle

Mi ci voleva una bella serata come quella di ieri. Dopo un sacco di tempo, siamo riusciti a rivedere due cari amici di Love. Dopo una soffertissima chattata su msn per decidere dove andare e cosa fare, ci è accordati per trovarsi in quel della Darsena, sui Navigli, a Milano.
Arrivati, col nostro solito ritardo, sotto l’acqua milanese. E ci siamo fiondati nella prima pizzeria che abbiamo visto, dopo averne controllato i prezzi ed aver deciso che erano abbastanza onesti. La pizzeria era comunque carina, tranne per le camererie che avevano tutte qualche piiiiccolo difetto di pronuncia. E dopo aver scelto cosa mangiare (altra decisione soffertissima!) è arrivato il momento dell’arrivo delle pizze. Arriva la cameriera.. dice rustica.. mi giro verso gli altri con fare interrogativo, perchè io non avevo ordinato una rustica, ma figurati se mi ricordo cosa avevano ordinato gli altri.. la cameriera si arrabbia e urla, scandendo accuratamente, con la sua pronuncia perfetta RUUU-STIIII-CAAAAAAAA. Odiosa! Alla fine.. avevano sbagliato a farmi la mia rucola! Sgrunt!
Comunque, arrivate le pizze, abbiamo deciso che sì – i prezzi erano onesti – viste le dimensioni delle pizze. Decisamente generose. E che non ci stavano neanche nei piazzi da pizza!
E la serata prosegue tranquilla e felice, fino al miglior momento.. un movimento sbagliato (ovviamente non mio) e mezzo bicchierozzo di birra cade, schifano l’iPhone, bagnando leggermente l’angolo del calzino-scalda-iPhone ma centrandomi in pieno, maglione e pantalone. Ci ho messo un po’ a realizzare che.. ARGHHHHH!!!
E ovviamente, potevo essere così fortunato da trovare, in bagno, il phon-asciuga-mani? Ovviamente, NO!
Comunque pazienza, mi rassegno alla mia triste situazione e torno di là , perchè è il momento di saldare il conto. Particolarmente gonfiato dal prezzo dei “dolcini”. E il mio tiramisù fatto in casa, assolutamente buonissimo, era quello che è costato di meno.
Usciti dal locale, sotto la solita acqua, decidiamo di andare a bere qualcosa da qualche altra parte, che si traduce nel primo bar sulla via, con qualche posto disponibile. Mentre qualcuno moriva dal sonno, la serata continuava a procedere bene, decisamente bene.
Finchè colui che stava morendo dal sonno non ci ha implorato di andare a casa 😛 e così l’abbiamo accontentato. Gli ultimi saluti, sotto un ombrellone gigante che ci proteggeva dalla pioggia e poi i chilometri a piedi, sempre sotto quella maledetta pioggia, verso la macchina.
Grassie, ragasssssuoli, per la serata.

Tutto quel che vedo (vieni nel mio mondo)

in questa notte d’insonnia ho deciso di avviare itunes.. e il casuale mi ha proposto una dolcissima canzone tratto dall’ultimo album del Kylie.
E mi è venuto in mente che avevo visto il suo video, ma che non avevo ancora scritto nulla a riguardo.
Perchè, a me, i video della Kylie piaciono. Beh, quasi tutti.
Questo, particolarmente.
Perchè riesce a riprendere tutta la dolcezza della canzone con immagini in bianco e nero, in un video tutto sommato piuttosto semplice e scarno, fatto di attimi che sfuggono in morbide transizioni.

E, di video in video, mi son ricordato di un altro video della Kylie. Video che non vedevo da un sacco di tempo, che mi ha sempre affascinato per la spettacolarità  degli effetti speciali di moltiplicazione della Kylie e del modo in cui le sue diverse istanze interagiscono tra di loro. E mi son sempre chiesto come cavolo han fatto a farlo.

E, come al solito, i miei post da sonnambulo sono praticamente inutili.