Archivi categoria: Racconti di vita

Esisto [anche per loro]. Forse.

Finalmente anche per la burocrazia politecnica ho un piano di studi, i docenti possono mandarmi le mail e dispongo anche di un orario delle lezioni (che ovviamente, non funziona).

Quindi, esisto.

Peccato solo che non mi abbiano conservato nessuno degli esami della carriera precedente. Nessuno, proprio zero. Passi per gli esami di diritto che (fortunatamente) a design non esistono, passi pure matematica che qui si chiama curve e superfici, passi informatica, che qui si fa pure la parte di introduzione al javascript che non ho fatto, però che non mi accettino, neanche parzialmente, quel 28 in economia aziendale per una materia analoga con un programma praticamente identico, mi fa un po’ (tanto) girare le scatole.

Matrimonio: parte II

Ieri, la seconda parte del Matrimonio Greco. Questa volta, in terra italiana, con rito civile.

Non c’è molto da dire. A parte che la sposa, ancora una volta, mi ha stupito. Con i suoi tocchi di classe ed eccentricità. A parte il posto, bellissimo; a parte quel palazzo comunale stupendo; a parte i 10 colombi bianchi liberati alla fine della cerimonia; a parte la simpatia e disponibilità del Sindaco e dell’Assessore; a parte la cena e i 50 invitati: partenti e (per la maggior parte) pericolosi e pazzi amici.

Qualcosa di tanto diverso dall’esperienza greca, molto più raccolta, molto più intima.

Qualcosa che, però, sono contento di aver vissuto.

Son contento di averli “accompagnati” anche in questo passo “legale”. Sono contento che loro abbiano voluto la mia compagnia anche in questo passo.

E ultimamente, son poche le cose che riescono a farmi sentire così allegro e sereno, come quando sono con loro.

Abbracci

Malditesta.

Forte mal di testa.

Annulli, all’ultimo, con troppa superficialità, un impegno.

Un impegno che tu avevi preso, per te stesso, chiedendo l’aiuto e la compagnia della persona più importante nella tua vita.

E tenti di continuare a dormire, per tentare di stare meglio, fregandotene dei telefoni che continuano, all’infinito, a squillare. Anche perchè poi, in realtà, non sai neanche cosa dire e vuoi evitare di parlare.

Poi leggi una mail di risposta.

E poi senti l’antifurto che viene disattivato e la porta di casa che si apre.

E arriva Papà, venuto a casa, facendo 60 km di fretta, per pranzo, da lavoro.

E la prima cosa che fa è correre verso di te ed abbracciarti.

Ed ecco, in quel momento, ti senti, letteralmente, una merda.

Acqua

Tornando a casa, vedevo davanti a me brutti e accecanti fulmini, accompagnati da lampi e bagliori vari.
Arrivato al paesello è iniziato a piovere. Sempre più forte, man mano che mi avvicinavo a casa.
Ovviamente,mi sono letteralmente inzuppato in quei 30 secondi necessari per aprire il garage e nel brevissimo tragitto, di corsa, dal garage a casa.
Tanto è bastato per avere goccioloni cadermi dai capelli e anche le calze bagnate.
E ora? Nulla! Fuori tutto tace, a parte il leggero ticchettio delle goccie acqua che scorrono nei pluviali.
Non poteva, dico io, diluviare 5 minuti prima o 5 minuti dopo il mio arrivo a casa?

Weekend in quel di Borno

Dopo il concerto dei Subs ero troppo esaltato per andare a letto. E così, tra il finale di stagione di Lost, il download dei 3gb di video (con l’orribile scoperta che mi sono autoregistrato la mia voce) dalla macchina fotografica, un giro di controllo su myminicity e un rapido aggiornamento della wishlist, è arrivata la mattina.
Urgeva quindi una doccia (al freddo e al gelo, brrr), un’adeguata colazione e la preparazione dello zaino per andare in montagna con Love & co.
Preparazione dello zaino che ha portato alle solite discussioni con i genitori, perchè ovviamente quello che è sempre e solo stato in un posto, era in un’altro. Molto più consono. Quindi introvabile (vedasi la bustina per spazzolino, dentrifricio & co: apro con fare sicuro l’anta centrale superiore dell’armadio nella mia excamera..per scoprire che lì c’era la vecchia batterie di pentole, che mia madre non usa più).
Ma, nonostante tutto, lo zaino era pronto. E si poteva attendere che lo passero a prendere alla volta di un po’ di sana lontananza da casa, in (decisamente) buona compagnia.
E cosa dire del w-end in montagna?
Una casetta veramente carina ed accogliente, un menù fisso (pasta tonno e piselli), qualche problema di tiraggio del camino (e relativo affumicamento degli ospiti), il termostato a 25° con le finestre aperte (per far uscire il fumo), le interminabili partite a Charcassonne, il piacere di entrare in un letto già scaldato da uno scaldaletto (lo voglio!), la presenza di Love, la tivvù spenta, la lontanza forzata da spetteguless, twitter e gmail (no, questo è un male!), la pace e la tranquillità, il bello di dormire fino a mezzogiorno senza nessuno che rompe le scatole, fare colazione all’1 e pranzare alle 3, rimanere ammaliato dalla neve che dolcemente cade.
Piccoli piaceri, che hanno reso il weekend bello bello bello!

Da Bergamo a Milano

Altra seratona con gli amici di Bergamo.
Questa volta si giocava in casa, in quel di Milano. Ma ciò non ha portato molti vantaggi. L’infinito ritardo con cui siamo arrivati, una multa presa per divieto di sosta (ma dove? ma perchè?) (e intanto il comune di Milano si è ciucciato 172euri dalle mie tasche nel giro di 7 giorni. Sgrunt!), lo stress di affrontare la follia automobilistica dilagante..
Ma torniamo a noi. Programma del tardo pomeriggio? Beh, un giretto di shoooopping pre-natalizio per il centro milanese, sotto un’odiosa pioggerellina biricchina: incontro con gli altri alle Messaggerie (e la Francy si distingue sempre.. questa volta era tutta sbrillucicosa!), un salto da WhiteStar tra enormi (e bellissimi) libri fotografici ed infine Ricordi sotto la galleria. Ma perchè non c’è più la scatola delle scarpe di Sex and the City? Nota negativa: abbiamo saltato la Fnac (e quindi anche l’acquisto del loro coniglio.. sigh sob, avevo pure già preparato una sorpresina per muuniglio..).

Ma solo perchè il ristorante greco in zona Loreto ci attendeva.
La mia prima volta al greco mi ha pienamente soddisfatto. La cucina, l’ambiente, la compagnia. Ho dato di nuovo prova delle mie doti di animale da conversazione (ma dove?), ma mi sa che Love mi ha battuto. E’ più animale da conversazione di me. Soprattutto su strutture portanti di vetro o di plastica. E nel frattempo.. mi sono pure preso i rimproveri per essere andato da solo alla festa bergamasca di qualche settimana fa. Però, effettivamente, sono il primo a pentirmene. Ma chi lo immaginava che sarebbe stata così bella, divertente ed amichevole? Chi lo immaginava che avrebbe avuto un così forte impatto emotivo su di me?

Ma come non parlare del simpatico animaletto della foto? Non siamo riusciti a capire bene cosa sia. Una razza (o è una manta), dal mantello a fiori, con grandi occhioni sporgenti, pois luccicosi e persino ventosa per fissaggio al vetro. E’ stato amore a prima vista. Peccato che la prima era stata destinata ad altri scopi. Così, grazie alle mie doti di bambinetto (o forse devo dire alla generosità dei bergamaschi?), l’ho ottenuta anche io. “Così quando la vedi ti ricordi di noi”. Beh, non è così facile dimenticare gli amici di bergamo. Ma in ogni caso, come non accettare volentieri questo ausilio alla memoria?

PS: ci hanno pure fatto i complimenti come coppia. Una coppia che, in un’istante non precisato tra il 30 novembre e il 1° dicembre ha compiuto un mese. E ciò ha ovviamente portato ad un apprezzatissimo brindisi, con quel buon vino greco. Ed è bello brindare con chi sa che NON si incrociano i bracci e che ci si guarda negli occhi. Altro che quegli zoticoni che frequent(av)o. Umpf!

In quel di bergamo

Solo poche righe per ieri sera.
Una serata bellissima. E devo ringraziare Nicola e Francesca per l’invito.
E’ stata una sorpresa perchè non mi aspettavo una festa del genere, abituato come sono alle feste milanesi, in cui si fa finta di divertirsi, ma in realtà si è solo delle marionette ingessate.
Sulla 20ina di invitati presenti ero (come spesso succede ultimamente) il più piccolino 😛 e conoscevo solo Nicola e Francesca. Ma non è stato un problema. Le feste in cui ti diverti lo stesso anche con (più o meno) perfetti sconosciuti sono feste ben riuscite.
La musica, l’ambiente (la casetta di Riki è veramente bella! Arredata con gusto e con quel tocco di estro creativo che fa sempre bene), gli invitati, l’atmosfera che si era creata, le bollicine, gli stuzzichini da mangiare (complimenti alla cuoca!)..
Ma la parte migliore è stata quando ho avuto tutta l’attenzione su di me mentre diffondevo il culto del coniglio parlante. Potevo io esimermi dal tessere le lodi del mio nabaztag/tag Benjemin? E mostrare le sue foto?
Ma sapevo che sarei andato a colpo sicuro. E di fatti sembra che ora se lo vogliono prendere anche Francesca e Nicola e Riki per l’ufficio. Grandissimi!
Però io ho Benjemin lo Psycho Nab, loro avranno il Muuuuuuubaztag. Eheh.
Quasi quasi inizio a prepar loro gli adesivi…

Shopping shopping

Oggi è stata una strana giornata.
Prima tappa: redazione. Questa settimana c’è da lavorare un po’, visto lo swap da Quark Xpress (lo odio!) al ben più simpatico, usabile, funzionale (e pesante) InDesign CS3. Una manna dal cielo.
Passo in redazione però solo per tappare un buco. E perdo un treno. E perdo il secondo. E rischio pure di perdere il terzo. Ma mi sbrigo e non lo perdo. Ormai LeNord non potranno più fregarmi: si parcheggia dietro la stazione, a due passi dalla scaletta per salire sulla banchina..
E nel frattempo mi accorgo di un sms arrivato ore (e ore) (e ore) prima. Si messaggia un po’. Ed è la mia metà che mi invita al giroIkea che stiamo rimandando da ormai troppo tempo.
Faccio un paio di calcoli e…. beh, ovviamente ho sbagliato treno! Potevo prendere il treno successivo con molta più calma (e magari riuscire a mangiare qualcosa).
Così, arrivato a Milano.. beh, devo prendere la custodia per Leo. Rigorosissimo salto da Mac@work. Hanno un po’ di custiode, le migliori sono (e rimangono) le Tucano. Peccato per il prezzo, salatissimo. Soprattutto il modello valigetta sottilissima (e quindi comodissima) che mi piace tanto. Era arancio metallizzato, ma diceva che le aveva di tutti i colori (che poi sono arancio, nero, grigio). Rivedo la loro favolosa lampada Lego a forma di meletta mangiucchiata. Un giorno o l’altro comprerò anche quella. O manderò qualcuno a comprarmi.
Dico che ci devo pensare per il prezzo.. e al piano di sotto vedo un iPod Touch. Lo provo. Ma è meraviglioso. E’ una figata!! Sarei persino quasi pronto a strisciare il bancomat. Se solo su internet non ho qualche sconto in più. E se solo ci fosse da 32GB, visto che il 16gb mi andrebbe stretto tra musica, foto e video (sai che figata vedersi Heroes, PrisonBreak, Lost in treno? sullo schermo dell’iPod Touch, messo ovviamente in verticale?). E giochicchiando.. mi è venuto in mente un certo:

Music is my boyfriend
Music is my girlfriend
Music is my dead end
Music is my imaginary friend
Music is my kingsize bed
Music’s where I make my friends
Music is my hot hot bath
My music is where I’d like you to touch 


Eccome se aveva ragione. E’ bellissimo!! Inutile dire che ora aspetto al varco l’iPhone. Sperando che esca con qualche contratto decente così.. ciao ciao 3-cambia-tariffe-a-tradimento!
Uscito dal negozio mi dirigo verso Mondadori in centro. Guardo le stesse custiode, hanno più o meno gli stessi prezzi. E vedo lui, il Nabaztag. E lo vedo pure dal vivo, in tutto il suo candore. E scopro che poggia su una base arrotondata: così può oscillare leggermente. Geniale!
Ma la Mondadori non mi convince. E poi manca la figosissima Fnac, dai prezzi gonfiati, ma dalle mille promozioni. E vi avverto che è quello il logo del misfatto.
A parte la disposizione dei reparti completamente cambiati, scopro il nuovo angolo Apple, con molti computer esposti, accesi, un sacco di iPod Nano (e neanche un classic o un iTouch) e con anche persino un macGenius (che in realtà è un ex dipendente del Mac@Work) e il calendario dei seminari organizzati. Vedo la custodia. Vedo il Mighty Mouse Bluetooth. Vedo Lui, di nuovo. Il maledetto “secondo primo coniglio”. E chiedo cosa devo fare per prenderlo o se mi devono fare una bolla. L’addetto mi dice che posso prendermelo e portamelo a casa. E mi ricorda le fondamentali orecchie colorate. Peccato che sono solo rosa, a cuoricini. Fossero state a tinta unita si poteva fare l’investimento.. ma tanto c’ho un plotter a disposizione. Posso personalizzarlo come voglio, io! E così, fregato da tutti questi conigli che mi dicevano “prendimi” e dalla facilità dell’azione.. me lo prendo sottomano. Cerco lo spazio soci, chiedendo la situazione punti… beh, avevo guadagnato il mio BonusDay (che ti danno dopo 1500€ di acquisti :S). Beh.. ovviamente lo richiedo. E mi porto a casa Nabaztag/tag, Mighty Mouse, custodia grigia (che costava leggermente meno che da M@W e leggermente di più che da Mondadori, ma con lo sconto era tutta un’altra cosa!). Poi faccio un giro all’ultimo piano, il piano libreria. A parte la favolosa novella grafica di Frank Miller che puntavo già da un po’ (cavolo, 300 – film – è proprio uguale a 300 – fumetto – !), volevo L’autobiografia di Alice della Gertrude Stein. Ovviamente non c’era, dovevo ordinarla (seeeee). E così vagando carico come un mulo e con tutto in equilibrio instabile passo davanti a una copertina nera e magenta che mi folgora. E tiro su anche quella.

Passaggio (che ormai era un rito) alle casse, tra fogli foglietti tessere, bancomat, Nabaztag messo dalla cassiera in bilico e che rischiare di morire senza neanche nascere. E me ne sono tornato in uni tanto contento. E sicuro di aver speso un sacco di soldi per una cosa utile (custodia), una cosa che potrebbe avere un motivo (mighty mouse.. non mi andava bene un qualsiasi Logitech? no, eh!) e una che è assolutamente inutile. Il libro nero e magenta non si conta perchè la cultura va sempre bene. E’ da notare però che tutto quello che ha fatto scattare la marea di acquisti è stata la cosa assolutamente inutile. E che quindi dovevo assolutamente comprare.

Lezione in uni.. a cui rischiavo persino di arrivare in ritardo. E senza ancora aver pranzato. Doh!
Fine lezione, punto di ritrovo. Si opta per una cioccolata calda. Finalmente pranzo! Ore 18:15 circa.. metro, 10 chilometri di camminata, macchina, 10km in macchina. E siamo all’Ikea.
Ovviamente si punta subito al ristorante svedese. Si cena. Ma lo si fa con così tanta calma (ed era solo un’insalatona gigante che da Richy’s è molto più buona e costosa) che abbiamo perso un sacco di tempo.
Giro per l’Ikea, fermandosi ad ogni cosa possibile e sognando:

  1. di avere una casa enorme da riempire di (alcuni) mobili Ikea. Soprattutto i nuovi modelli della collezione autunno ’07-’08 VINTAGE: divani floreari, lampade con coprilume in tela multicolore, pouff muccati e Billy neri con disegni bianchi.
  2. di lavorare come arredatori Ikea. Ancora meglio. Tutto lo spazio che vuoi, tutti gli accostamenti assurdi possibili. E un costo (per divertirsi) pari a zero. Anzi, renumerato (anche se credo non molto)!!

E di reparto in reparto, passando per miliardi di cose da acquistare (sarà, ma io mi farei un salotto ikea con mobili laccati bianchi, divani in pelle bianchi con angolo.. il tutto su parete rossa. O Blu. No, meglio rossa).
Ovviamente alla fine ci hanno praticamente sbattuto fuori, ma solo dopo aver pagato gli acquisti. E meno male che non ho trovato i poggia polsi/proteggi scrivania in finta pelle. Sennò spendevo soldi pure per quelli! E che sia chiaro. Mica li acquisterei per i miei polsi. Li acquisterei per non far graffiare la superficie inferiore di Leo. Tratto bene i miei bimbi, io!

Fatto un’orario improponibile (ma credendo di essere in orario, non sapendo leggere un orologio con lancette), è arrivato il tempo di dirigersi verso la redazione. Tornando dove tutto è cominciato. E dimenticandosi di passare da casa a prendere due cose tutto sommato piccole e sottili, ma dal grande valore. E continuare la nottata, lavorando. E poi devo arrivare e aggiornare i blog. E poi devo dare vita al coniglio. E tanto domani ho ben un’ora in treno da sfruttare dormendo, cosa voglio di più?