Le strisce bianche sull’asfalto passavano veloci. Il paesaggio solo una macchia sfuocata dalla nebbia all’orizzonte. Le casse sparavano musica a volume esagerato.
Ma tutto era contorno. Tutto era solo spazzi di altro in una mente occupata da altro. Pensieri e parole che correvano avanti e indietro per la testa. Fiocchi di neve che si attaccavano al parabrezza. Fiocchi di neve che penetravano dentro di me, come nulla fosse. Freddo, tanto freddo. E un peso enorme sullo stomaco. Voglia di prendere qualcuno, stringerlo, ricordarmi che c’è. E nel frattempo riuscire a fare uscire quelle lacrime che ho dentro e sembrano non voler scendere.
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NRVS
Che poi, già uno è nervoso di suo.
Perché per quanto abbia finalmente finito l’esercitazione finale dell’esame di lunedì, deve ancora fare tutte le cose accessorie. Che so, stampare la ricerca (ed è già partita mezza risma…), impaginare “l’evoluzione del progetto”, inventarsi cosa scrivere nel “per quale motivo credi possa avere successo la tua idea”, sistemare le esercitazioni passate, riordinare il raccoglitore delle ricerche, iniziare a preparare il cd da consegnare con anche la copertina, armarsi di carta, cartoncino, matita e mani per creare il folder nero portaesercitazioni, oltre a pensare alla scatoletta delle carte.
Poi aggiungiamoci discussioni varie, che criticano il mio modo di fare, il fatto che “non guardo mai l’orologio”, ripetere ventimila volte le stesse cose e ripetere ventimila volte le stesse domande. E poi si passa di frase, in frase, sempre più insopportabile. E mi sento dare pure dello stupido, perché ho dato fiducia alle persone sbagliate, che mi sono fatto prendere in giro, tra ore di lavoro non pagate e soldi ricevuti di cui sto ancora aspettando la ricevuta di versamento dei contributi. Perché, sì, insomma, rivolgersi ad avvocati o alla Finanza forse è un po’ troppo. Però, non ne voglio parlare.
Non ditemi che ho sbagliato, perché non posso reggerlo.
Non questa settimana. Non con tutte le ore di sonno che non ho fatto ancora sulle spalle.
Non con tutta la fatica che ho fatto per riuscire a fare il meglio che potevo, in base alle mie capacità e al tempo che non avevo.
Non con tutto il casino di ieri. E avevo paura che potesse finire male, molto male e non l’avrei sopportato, in quell’ora angosciante di silenzio stampa.
E no, non esasperatemi, perché non è quello di cui ho bisogno.
Perché non ho voglia di mangiare male, ingoiando tutto senza masticare, perché voi mi fate innervosire.
Non voglia di arrabbiarmi e alzare la voce e voi la alzate.
Non ho voglia di prendere, sbattere a terra la sedia alzondomi e sbattere con una rabbia che non pensavo di avere le porte che incontravo.
Eppure è successo.
E non mi piace.
E non avevo bisogno.
E sono comunque indietro con tutto quello che devo fare.
E non riesco a pensarci, non riesco a concentrarmi, non mi va.
Io, forse, ho tanta voglia di buttarmi sotto il piumone.
E arrendermi.
Assistenza tecnica di qualità Apple fornita da un call center forse in India o giù di lì
L’alimentatore del MacBook Pro ha iniziato a fare un fastidioso brusio. A parte il nervoso nel constatare che la qualità costruttiva di Apple sta letteralmente degenerando, sono anche preoccupato per il fatto che un alimentatore rotto potrebbe provocare danni alla batteria o – peggio – alla scheda logica del portatile stesso. E un portatile con scheda logica bruciata è un portatile inutile, soprattutto in questo periodo di esami e revisioni e consegne.
Chiamo l’AppleCare telefonico. Mi risponde un tizio che parla male l’italiano e lo capisce ancora peggio. Gli spiego il problema. Vuole il numero di serie del Mac. Bene. Glielo devo ripetere 4 volte. Alla fine, dice che il mio computer è fuori garanzia (ma se ho attivato l’AppleCare Protection Plan non più di 3 mesi fa!?), quindi nulla da fare. Alle mie rimostranze, vuole di nuovo sapere il seriale, vuole il mio nome cognome (e apriti cielo! non vi dico la fatica per farglielo capire), la data di acquisto del mac, perché no, non risulta coperto. Alla fine lui mi fa innervosire, la linea è sempre più disturbata, si capisce sempre meno e gli chiudo il telefono in faccia.
Ricompongo il numero. E mi risponde (NO!) di nuovo lui. Mi fa la ramanzina, perché gli ho messo giù, invento la palla che non sentivo più nulla e andiamo avanti. Dice che il sistema si è aggiornato (!?) e ora mostra il portatile come coperto. E vuole avere informazioni. Perché fa rumore, quando fa rumore, come fa rumore, se sempre o a volte, perchè fa rumore, quando fa rumore, come fa rumore, se sempre o a volte. No, non mi sono ripetuto io. È lui che continuava a farmi le stesse domande. E io davo le stesse risposte. E lui non capiva. Mi ha chiesto se avevo provato a staccarlo dalla corrente e se faceva ancora rumore (!?), se avevo provare a cambiare la presa a cui lo attaccavo (!?), perché magari fa rumore (alto, forte, fastidioso e intermittente) per via di un disturbo della linea elettrica (e quindi cambiando presa non avrei più il pericoloso disturbo!?). Dico che lo fa sia a casa che in università , in due città differenti. Mi fa cambiare gli adattatori, passando dalla prolunga-schuko all’anatra-bipolare italiana. Mi fa anche spegnere il mac (!?) ed eseguire il reset della pram.
Ma siamo pazzi!? Resettare la memoria di avvio del Mac per risolvere il problema di un alimentatore esterno che fa rumore anche quando non è collegato al Mac!?
Comunque, dopo 45 – e dico quarantacinque – minuti di telefonata, più diverse attese e altre stupidate, mi dice che – purtroppo – non è un problema che può risolvere telefonicamente. Al 90% (?) è un danno coperto dall’AppleCare e quindi non dovrò pagare nulla (a parte i 45min * 0,14c/min per chiamare l’199 120 800?) e mi chiede l’indirizzo email per mandarmi l’elenco dei centri di assistenza a me più vicini.
No, non è vero. Non fa neanche la ricerca! Mi manda direttamente il link al Buy Locator sul sito Apple inglese. Già , non quello italiano.
Non ho parole, ma solo una domanda: perché ho attivato l’estensione di garanzia del Mac?
Chi mi ha colorato le Google Apps
Apro la mail targata Google Apps collegata al mio dominio.
E cosa scopro?
Hanno cambiato i colori. E così, a mio avviso, sono semplicemente tremendi, un pugno nell’occhio. Pensavo che finalmente avessero implementato anche sulle Apps la possibilità di scegliere i temi. E invece…
Bleah!


Rivelato
To-do #2 (credo) Update 3
- preparare un seme completo per il lavoro sulle carte (entro lunedì)
- ricerca storia dell’arte, della grafica e del design (entro martedì)
- studiare continuare a studiare storia per l’esame (entro martedì)
- trovarsi con il gruppo (mercoledì e giovedì mattina)
- lavorare (mercoledì e giovedì pomeriggio/sera/notte)
- trovare continuare a cercare il modo per rendere cartoonose tutte quelle foto che ci servono per il lavoro di gruppo/video (per venerdì)
- montare almeno una parte del suddetto video (per venerdì)
- finire tavole da finire fare gli ultimi ritocchi alle tavole (per venerdì)
- preparare le bozze del progetto finale del corso di disegno (per venerdì), ma mandare una mail alla prof molto prima
- trovare il materiale per il progetto finale di un’altro modulo del corso di disegno (per venerdì)
- lavorare (domenica)
- studiare per i 2-esami-in-1 esame (per il lunedì successivo)
- andare avanti con il progetto delle carte per l’ultima revisione (per il lunedì successivo)
- lavorare (martedì, mercoledì, giovedì pomeriggio/sera/notte)
- trovarsi con il gruppo (mercoledì e giovedì mattina)
- concludere il montaggio del video (per venerdì successivo)
- concludere i progetti finali dei 2 moduli del corso di disegno (per il venerdì successivo, ma si spera di no)
- concludere le carte (sabato)
- stampare le carte (sabato)
- comprare il materiale per la confezione (sabato)
- ritagliare le carte (sabato/domenica)
- lavorare (domenica)
- ricordarsi delle cose da fare che mi sono dimenticato di scrivere in questa lista.
- dormire, di tanto in tanto
Google for Pollock
Nuovo google-logo per Jackson Pollock
Relased
È ora disponibile la prima versione di Fontcase, un programma di gestione dei font per Mac OS che sembra promettere veramente bene.
Il costo è un po’ elevato (42$, in promo a 35), però una prova la si può sempre fare, no?
Anti GF
Non evito il Grande Fratello per snobismo. Lo evito per due motivi. Il primo non e’ costituito dal fatto che il GF sia un reality show, ma dal fatto che pretenda di esserlo. Cioe’ dal fatto che pretenda che li’ dentro ci sia anche io.
Il secondo problema e’ che esso non rappresenta il paese reale, ma semplicemente la televisione reale. Se io andassi per il paese a cercare gente a caso con ogni probabilita’ estrarrei un campione molto diverso. Ma se entrassi in una TV e scegliessi persone a caso, otterrei quello.
Ecco, l’arroganza urtante del concetto di reality show e’ che esso ti dice “ciao, io sono te”. No, belli, voi non siete me. Puppatemi pure la minchia.
Via non riesco a rintracciare il post originale


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