Tutti gli articoli di Lore!

I giorni del fare

Sono giorni che sono pienissimo di cose da fare. 

No, non la mattina quando dormo, cosa che però ha creato qualche problema.
Le ho a lavoro. E ne sono sommerso. Perchè, come al solito, si deve fare tutto, all’ultimo minuto.
Ma le ho, soprattutto a casa. Diviso tra lo studio per passare i test d’ammissione a settembre, la lettura di riviste/blog del settore/tutorial per diventare più bravo, qualche lavoretto vario ed eventuale per fare curriculum, portfolio ed esperienze e qualche piccolo sfizio personale.
E, ovviamente, non riesco a stare dietro a tutto. Non riesco a darmi i ritmi giusti. Non riesco a dare il giusto peso alle cose. Uff!

Approvato

Complimenti.

[…] Può il capo del governo imbrogliare il garante della Costituzione? Può inserire con un artificio un codicillo già  respinto per l’inesistenza di “necessità  e urgenza”? Deve firmarlo il Capo dello Stato? Può non firmarlo? È una strada “difficilmente praticabile”, si dice, anche perché “non ci sono precedenti”. E si comprende. La Costituzione dà  per implicita la leale collaborazione tra gli organi dello Stato. Quando questa non c’è o diventa beffa, bisogna esplorare strade nuove. Esistono? Quali sono? Quale contributo culturale intende dare oggi la società  dei costituzionalisti a questo confronto? Il governo diffonde la bubbola che il codicillo (liberatorio per Berlusconi) consente ai giudici di affrontare i reati più gravi.
[…]
Forse sarebbe meglio affrontare tutti coloro (e sono moltissimi, i più) che sono sordi ai guai giudiziari di Berlusconi e pensano che “vabbè, è un corruttore, ma per me va bene lo stesso…”. Forse bisogna informarli che, non di Berlusconi si discute, ma della loro, personale sicurezza. Perché se, come sostiene l’avvocato del Cavaliere, diventano reatucci la rapina semplice, il furto in appartamento, l’omicidio colposo degli ubriaconi al volante, il sequestro di persona non a scopo di estorsione (non erano i partiti di governo a suggerire che le zingarelle portano via i bambini dalla culla?), la sicurezza in pericolo non è quella del capo del governo e del suo legale, ma di chi è esposto a questi reati. […]

 

di Giuseppe d’Avanzo

Povera italia, poveri italiani. Che lo hanno votato, chiudendo gli occhi, mettendosi i tappi alle orecchie, tappandosi il naso e spegnendo la voce della logica e della ragione.

Lo scientifico tentativo di impedire la formazione della pubblica opinione, consapevole in quanto informata

[…] Il disegno di legge sulle intercettazioni presentato ieri dal governo, infatti, non impedisce solo la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, con pene fino a 3 anni (e sospensione dalla professione) per il cronista autore dell’articolo e fino a 400 mila euro per l’editore. Le nuove norme vietano all’articolo 2 la pubblicazione “anche parziale o per riassunto” degli atti delle indagini preliminari “anche se non sussiste più il segreto”, fino all’inizio del dibattimento.

Questo significa il silenzio su qualsiasi notizia di inchiesta giudiziaria, arresto, interrogatorio, dichiarazione di parte offesa, argomenti delle difese, conclusioni delle indagini preliminari, richiesta di rinvio a giudizio. Tutto l’iter investigativo e istruttorio che precede l’ordinanza del giudice dell’udienza preliminare è ora coperto dal silenzio, anche se è un iter che nella lentezza giudiziaria italiana può durare quattro-sei anni, in qualche caso dieci. In questo spazio muto e segreto, c’è ora l’obbligo (articolo 12) di “informare l’autorità  ecclesiastica” quando l’indagato è un religioso cattolico, mentre se è un Vescovo si informerà  direttamente il Cardinale Segretario di Stato del Vaticano, con un inedito privilegio per il Capo del governo di uno Stato straniero, e per i cittadini-sacerdoti, più cittadini degli altri.

Se il diritto di cronaca è mutilato, il diritto del cittadino a sapere e a conoscere è fortemente limitato. Con questa norma, non avremmo saputo niente dello spionaggio Telecom, del sequestro di Abu Omar, della scalata all’Antonveneta, della scalata Unipol alla Bnl, del default Parmalat, della vicenda Moggi, della subalternità  di Saccà  a Berlusconi, dei “pizzini” di Provenzano, della disinformazione organizzata da Pollari e Pompa, e infine degli orrori della clinica Santa Rita di Milano. Ma non c’è solo l’ossessione privata di Berlusconi contro i magistrati e i giornalisti (alcuni).

C’è anche il tentativo scientifico di impedire la formazione di quel soggetto cruciale di ogni moderna democrazia che è la pubblica opinione, un’opinione consapevole proprio in quanto informata, e influente perché organizzata come attore cosciente della moderna agorà . No alla pubblica opinione (che non sappia, che non conosca) a favore di opinioni private, meglio se disorientate e spaventate, chiuse in orizzonti biografici e in paure separate, convinte che non esista più un’azione pubblica efficace, una risposta collettiva a problemi individuali. […]

Povera, povera Italia.
Temevo (anzi, ero certo) che in breve tempo saremmo ricaduti nel tunnel.

Update: a riguardo, ho trovato anche questo video, con il commento di Marco Travaglio…

Ricordi preziosi

Torno a casa mentre i primi raggi di sole illuminano la volta scura del cielo, disegnando nubi dalle varie forme.
Torno a casa mentre qualche goccia sola e annoiata scivola senza forza sul parabrezza.
E mi rendo conto che è tardissimo.
Ho poco, pochissimo tempo prima che Morfeo mi colga di sorpresa, affievolendo i ricordi di questa bella serata.
Ho poco, pochissimo tempo per fissare nei ricordi questi momenti di tenerezza vissuti con Te.
E, mentre chiudo gli occhi dal sonno, là  fuori si risveglia la vita.
Tanti uccellini cantano felici un inno al nuovo giorno appena iniziato.

Notti brave e accenni di sogni preoccupanti

Altra notte interessante. Andato a letto un po’ troppo tardi, causa uscita con colleghi e lunghe chiacchere con quella che sta diventando una carissima amica e collega. Arrivato a casa semidistrutto, una sbirciatina al telefono sperando nell’arrivo di nuovi messaggi. E poi nanna. Sonno. E sogni. Sogni, come al solito, strani. Quei sogni che li lasciano un po’ così.
Sveglia, all’improvviso, alle 9. Benjemin il coniglio suonava come al solito la sua canzoncina per svegliarmi. Eppure, mi sono svegliato male, immaginando di ricevere, all’ultimo una mail con i dati per un grafico che dovevano fare altri. O.o
E ho tentato di riaddormentarmi. Peccato che poi ci sia messo il postino a rompere le scatole. E così, con gli occhi chiusi, mi sono dovuto vestire velocemente, trovare il citofono, rispondere e affrontare la fortissima luce del sole di mezzogiorno. Ed era troppo, tutto in un colpo solo.