Tutti gli articoli di Lore!

E il pacco da Condé Nast

Avevo ricevuto anche io una delle #copiafallata del numero di Aprile di Wired.

Solo che tra tutti i vari impegni, non avevo avuto subito modo neanche di sfogliare il numero, che giaceva sul calorifero da uno/due giorni (sì, si era pure inzuppato tutto d’acqua).

Alla fine, mi accorgo il 5 sera, prima di andare a letto, che anche la mia copia presentava alcune pagine duplicate e altre completamente mancanti.

Mi viene poi in mente uno status su Twitter scritto dal direttore Riccardo Luna, che avevo intravisto pur non avevo idea – in quel momento – di cosa fosse una copia fallata.

Il 6 mattina (ad un orario improponibile) mando la mail con i miei dati.

L’8 aprile alle 14 mi arriva una mail dal servizio abbonamento che mi conferma l’invio della copia sostituiva.

Torno a casa dopo la serata di ieri… e mi trovo un pacco da Condé Nast sulla scrivania.

In neanche 48 ore dalla ho ricevuto la copia sostitutiva.

Complimenti al servizio abbonamenti.

E questo, sinceramente, è un ottimo esempio di customer care.

Prime impressioni su “Transformers: la battaglia per Cybertron”

Prima di tutto, vorrei ancora ringraziare Stefigno e gli altri ragazzi di Ambito 5 che mi hanno permesso di partecipare alla presentazione per alcuni gamers milanesi del nuovo gioco “Transformers: la battaglia per Cybertron” di Activision, rappresentata all’incontro dalla PR Francesca Squellerio, che ho trovato veramente simpatica, cordiale oltre che competente.

Ho veramente apprezzato lo spirito dell’incontro e non avevo mai partecipato a qualcosa di simile. Lo spirito di dialogo, di apertura e curiosità nei confronti delle diverse esperienze videoludiche di ognuno e l’eterogeneità di “target” che si è venuta a creare all’incontro.

Non sono arrivato per nulla preparato all’incontro, era già tanto se sapevo il nome del gioco. È stata una mia precisa scelta, per evitare di farmi un’opinione a priori e avere dei pregiudizi e poter quindi costruirmi un giudizio unicamente sulla base di quello che avrei visto. Anche se, c’era il timore di trovarmi davanti ad una produzione scarsa, per il semplice fatto che di solito i titoli derivati da colossal hollywoodiani mostrano notevoli lacune dal punto di vista tecnico (grafica, gameplay, ottimizzazione, multiplayer), nonostante poi abbiano notevoli volumi di vendita puntando sul brand.

E invece no. Il titolo è basato sul mondo dei Trasformers prodotti da Hasbro ma non ha alcun legame con i film. Quindi gli sviluppatori hanno avuto la possibilità di sviluppare un gioco da zero praticamente senza vincoli, puntando su una trama originale ed inedita, che si sviluppa sul pianeta Cybertron (finora mai comparso in alcun film) devastato dalle lotte tra le due fazioni e una misteriosa razza aliena citata da uno sviluppatore nel filmato.

Quindi campo libero anche per il design del pianeta, che compare metallico, freddo e cupo. Ed è un mood che ho apprezzato, perché mi sembra coerente con il tema della storia, una scelta razionale ed assolutamente sensata. E invece Francesca ci ha confidato che questa scelta è stata criticata da alcuni giornalisti del settore.

Campo libero anche per il design delle 4 classi di Transformers, ognuna dotata di un “potere” particolare (come potenziare gli alleati o costruire una barriera invisibile che protegge dai colpi dei nemici) e di una determinata trasformazione (ad esempio la macchina da corsa o il caccia).

Il mondo sembra piuttosto vasto e si nota un ottimo grado di libertà. La scelta della classe del transformer (e quindi del veicolo disponibile) modifica il modo in cui il giocatore può esplorare l’ambiente, obbligando a seguire percorsi diversi per raggiungere uno stesso punto. Esempio stupido: per arrivare ad una piattaforma superiore il transformer-macchina dovrà obbligatoriamente prendere un ascensore, mentre il transformer-aereo potrà eseguire la trasformazione ed usare la sua abilità di volo per raggiungere velocemente lo stesso posto. La trasformazione da robot a veicolo è possibile in ogni momento di gioco senza soluzione di continuità ed è un elemento fondamentale da aggiungere in un gioco basato su robottoni che possono assumere diverse forme quando serve.

Il gioco si configura come un gioco di azione / sparatutto in terza persona e punta moltissimo anche sul multiplayer. Non solo locale in splitscreen ma soprattutto online, con una modalità cooperativa che vede l’alleanza di 3 giocatori contro l’intelligenza artificiale o contro altri 3 giocatori umani. Si parlava di drop in / drop out che presumo (stupido io che non ho chiesto conferma, ma a “senso” dovrebbe essere così – nel caso sono accette correzioni o conferme) indichi la possibilità per un player aggiuntivo di entrare o uscire dal gioco in qualsiasi momento, in piena libertà.

Dal punto di vista grafico, non credo sia possibile dare un giudizio definitivo. Il materiale risale a gennaio, quindi ora il codice è sicuramente ottimizzato, inoltre si può presupporre che su PS3 e xBox 360 si potrà trovare il pieno supporto all’HD 1080p (vero?!), mentre tutti i video proiettati arrivavano da un dvd, quindi con una risoluzione sicuramente inferiore a quella finale.

In ogni caso dalle sequenze emergeva una grafica piuttosto buona; saltava subito all’occhio la cura particolare per gli effetti di luce generati dalle esplosioni dei colpi (non solo la qualità, ma anche il numero e la varietà, essendo ovviamente collegati a armi hi-tech diverse tra loro) e a tutti (ma tutti) i riflessi di queste luci generati in un mondo completamente metallico. Inoltre le sequenze di gioco erano tutte fluide, ho notato un crollo di frame rate solo nella scena di una esplosione, ma magari era solo una mia impressione.

Concludendo, il gioco mi ha fatto una buona impressione e penso che sia un acquisto da considerare seriamente, una volta disponibile sul mercato.

Il gioco è prodotto da “High Moon Studios” (versione per Xbox 360, PS3 e PC), mentre ci saranno delle versioni specifiche per Wii e DS, che prenderanno un nome diverso (se ho capito bene :P), realizzate rispettivamente da “Next Level Games” e “Vicarious Visions”.

La data di uscita prevista per l’Europa, in versione completamente tradotta per audio e sottotitoli, è il 25 giugno 2010, ma sincerante spero che si riesca ad organizzare un secondo evento con la possibilità di provare il gioco.

Una sera così capita una volta ogni tanto, sigh

Una giornata intensa che si è conclusa con un’ottima serata.

Prima l’invito di Stefigno per fare un salto in Ambito 5 per partecipare ad un evento organizzato con Activision per la presentazione del nuovo (e devo dire interessantissimo) gioco basato sui Transformers. E quindi chiacchere, cibo a scrocco, informazioni e video in anteprima (gne gne gne :P) e poi un po’ di discussione. Bello e interessante.

Poi la camminata per corso Vercelli fino ad arrivare al vecchio ufficio e all’Akkademia. Cena lì. E poi a San Vittore per raggiungere un ex e carissimo collega che non vedevo da un sacco.

E le parole, le news, le chiacchere e il tempo è volato.

Una bella, stupenda serata. Che si è conclusa trovando sulla scrivania, una volta tornato a casa, un pacco dalla Condé Nast.

Ecco, non so, vanvera come non mai

Ecco.

Non lo so che mi succede.

So che avevo salutato tutti voi abitanti della rete qualche ora fa, eppure sono ancora qui, sveglio.

Uno spuntino di mezzanotte, l’utima, questa è l’ultima lo giuro, controllata ai vari social network, qualche post da leggere nel reader.

E capita che mi imbatto in 4 nuovi post di una persona molto speciale che non scriveva da molto, a cui tengo, veramente, anche se poi, in realtà, ci si è visti si e no una volta, in quel di Milano, di corsa.

E non so perché, ma mi sono venuti i lacrimoni agli occhi e ancora, senza motivo, me li sento umidi.

Potrei iniziare con i soliti discorsi insensati delle cose che ora, qui non vanno, ma rischierei di essere oltremodo ripetitivo e non è che ci farei una bella figura, qui con voi che leggete.

Però è un periodo che mi sento scoppiare e ho veramente necessità di staccare completamente la spina. Ma troppe cose assorbono il mio tempo e mi sono persino ripromesso di seguire meno tutta la scena social, perché in fondo la vita è da tutt’altra parte. Ho decido che devo coltivare le mie passioni e ho riiniziato a giocare seriamente a quello che mi piace. Inutile spendere soldi per poi non finire i giochi, giusto?

E poi ci sono gli amici, gli impegni universitari, gli appuntamenti serali, la famiglia che pesa veramente sempre più di quel che dovrebbe.

Da una parte a volte sento la necessità di un nuovo giro, dall’altra mi guardo indietro e mi accorgo che ho un sacco di persone che mi mancano e che vorrei recuperare, ma non ci si riesce, perché è lungo e faticoso e serve la volontà di entrambe le parti.

E poi vorrei tanto avere una bella giornata di sole. Ma di quelle con quella luce bella e strana. E non essere qui, ma trovare un piccolo angolino di paradiso e riprendere in mano la reflex e scattare. Mi manca, tanto. E l’abbonamento Pro di Flickr c’è, è stato pagato e non viene usato.

Vorrei avere il tempo per vedere i film quando escono, non mesi e mesi dopo quando tutti neanche se lo ricordano. Per dire: settimana scorsa abbiamo visto Alice.

E poi c’è sempre quel solito problema.

Che forse mi sto pentendo della scelta di essere tornato a studiare.

È pesante, cavolo se è pesante. La sensazione che devi stare tutto il giorno a pensare a questo quello e quell’altro e farti venire idee e realizzarle, anche se magari l’upgrade del mac os decide che tu, la Creative Suite, non potrai mai avviarla.

E invece mi manca il chiudermi alle mie spalle la blindata e sapere di essere libero dall’incubo per le successive 16 ore.

E poi i cambiamenti, in quell’ufficio. E pensare a quanto è fortunato chi è già stato fortunato di nascita. E ha pure avuto la fortuna di trovarsi al posto giusto al momento giusto.

Apple mette in vendita l’iPad, presenterà a giorni il nuovo iPhone OS 4 e io attendo l’arrivo del nuovo iPhone per comprarlo e sostituire il vecchio. Ma intanto spendo e spando e il conto scende e non ho più neanche il coraggio di chiedere i soldi ai miei, che voglio farcela fin quando ce la faccio, ma così va a finire che azzero il conto.

Mi sento vecchio ed indietro. Indietro rispetto agli altri. Vedo chi ha la mia età e si sta laureando alla specialistica e lavora già in uno studio. Vorrei tanto essere più avanti, aver capito prima molto prima che la mia strada non era tra gli economisti della Cattolica. Vorrei esser già nella fase in cui pensare a trovare ed arredare casa. Vorrei vorrei vorrei.

Rimpiango il MEDes, ma sono contento per non aver partecipato, perché forse non ce l’avrei fatta a vivere 3 anni e mezzo con l’ansia di dover fare, fare, fare bene, fare tutto.

A tutta quest’ansia, preferisco di gran lunga quella sensazione di calma e sicurezza che ho quando la mia testa addormentata si appoggia sulla sua spalla. E alla fine mi basta quello e mi sento tranquillo e sereno. E dimentico quasi dell’esistenza di tutto il resto. Non chiedo veramente altro.

L’ombra del quattro

Mentre noi siamo in vacanza, qualcuno a Cupertino ha iniziato ad inviare questi inviti:

Ecco, finalmente!

Dopo la messa in vendita (sul mercato americano) dell’iPad, era ora che Apple comunicasse qualcosa sullo sviluppo dell’iPhone e il nuovo OS 4.0.

L’appuntamento è per giovedì.

Attendiamo.