Riassumendo, il semestre è finito questa serie di numeri: 28 28 29 30.
Per festeggiare, ho ordinato sia Bayonetta che Heavy Rain.
Temo che un giorno non molto lontano finiranno i soldi sul conto.
Riassumendo, il semestre è finito questa serie di numeri: 28 28 29 30.
Per festeggiare, ho ordinato sia Bayonetta che Heavy Rain.
Temo che un giorno non molto lontano finiranno i soldi sul conto.
Manca poco, pochissimo, all’arrivo dell’Alice di Tim Burton sugli schermi cinematografici di tutto il mondo.
E nel frattempo la Disney ha pubblicato sul suo canale YouTube il video ufficiale della canzone di Avril Lavigne che fa da colonna sonora al film.
Il video non è malaccio, anche se boh, è come se mancasse qualcosa. Forse la Avril che cade nella tana, corre, arriva dal Cappellaio Matto e poi corre ancora, fin fuori dalla foresta è troppo banale.
E la canzone sarebbe anche carina, inizia bene, coinvolge, ma sprofonda velocemente nell’inascoltabile quando la canadese inizia ad urlare a squarciagola.
Ammetto però che sono molto più curioso di vedere il video delle due canzoni di Kerli (Tea Party e Strange, assieme ai – sigh – Tokio Hotel), The Technicolor Phase degli Owl City e The Lobster Quadrille dei Franz Ferdinand, tutte ascoltabili in anteprima dal widget qui sotto:
PS: su Twitter è anche comparso il Cappellaio Matto 🙂
Domani.
Si parte e si sta via per un giorno e mezzo, quasi due.
Ringraziando anticipatamente l’ospite e i nord-estini che riusciremo a vedere.
Però, ecco, forse è meglio se inizio a preparare lo zaino?
Ed ecco che John Ashfield risponde al caso di censura operato da WordPress.com nei confronti di Sybelle, con una lettera che fa capire che l’azienda (sempre che la risposta arrivi dall’azienda stessa e non sia un fake) non ha capito nulla della discussione sorta.
Gentile Sig.ra Arianna,
Le scriviamo in merito al Suo blog relativo al nostro marchio John Ashfield per cercare di spiegarLe la motivazione per la quale riteniamo che WordPress abbia assunto tale provvedimento.
Sicuramente il Suo articolo, criticante la qualità di una sola nostra pagina, confrontato all’intero programma pubblicitario che appare annualmente sulle maggiori testate giornalistiche, non avrebbe causato alcun risentimento da parte della nostra azienda poiché siamo aperti a qualunque critica costruttiva, purchè, si spera, fatta da persona con le dovute competenze tecniche e specifiche del settore.
Eh!? Posso dire che una pubblicità non mi piace solo se sono un pubblicitario competente? Eh beh! E comunque, sarebbe bastato documentarsi e capire che – sì – Sybelle è competente in materia.
Quello che invece riteniamo inaccettabile sono, tra i commenti al Suo articolo, le affermazioni diffamanti , che nulla hanno a che fare con la Sua critica, perchè prive di alcun fondamento e non corrispondenti al vero e fortemente lesive della nostra immagine di qualità del marchio John Ashfield, immagine che abbiamo sempre cercato di curare ai massimi livelli in 30 anni di attività . Basti vedere i risultati ottenuti dal nostro brand a livello internazionale.
Come Lei ben saprà , c’è una differenza sostanziale tra “critica†e “diffamazioneâ€, e sicuramente la nostra azienda non può rimanere impassibile davanti a certe affermazioni che sappiamo false con certezza. Lei stessa, essendo la creatrice della pagina del blog, avrebbe dovuto e potuto filtrarLe, rimuovendo quelle che sono palesemente offensive del nostro marchio.
Sicuramente WordPress, oscurando l’intero blog, ha interpretato in senso allargato il nostro reclamo relativo alla rimozione dei soli commenti diffamanti, reclamo che, in buona fede, non abbiamo pensato di inviare a Lei, non avendo trovato i Suoi riferimenti, ma direttamente all’hoster.
Non “abbiamo pensato”? Cosa!? La frase corretta dovrebbe essere “Avevamo pensato di inviare a Lei (il reclamo), ma non avendo trovato i Suoi riferimenti …”. Peccato però che basta un click sulla prima voce della sidebar del blog di Sybelle per trovare i riferimenti mail, facebook, twitter e anobii. Oppure bastava scrivere un commento al post e la cosa si sarebbe risolta in ben altro modo, con la sola eliminazione dei 2-3 commenti in questione e “l’internet intera” non avrebbe saputo nulla della questione.
Con la speranza di averLe chiarito la nostra posizione, siamo certi che Lei si renderà conto del danno di immagine che ci è stato causato prima dai commenti contenuti nel Suo blog, e tutt’ora dalla campagna diffamante scatenatasi dalla errata interpretazione del provvedimento assunto da WordPress.
Non è in corso nessuna campagna diffamante nei confronti di John Ashfield, se non sul come non ha contattato direttamente Sybelle. Tutte le discussioni vertevano su come WordPress.com si sia comportata male nei confronti della sua blogger e dei contenuti prodotti da lei, che sono proprio ciò che permette all’azienda di guadagnare attraversi i banner pubblicitari. Sull’azienda si è solo riportato quanto scritto dalla Camera di Commercio di Forlì Cesena in questa pagina e nello specifico su area di import: Bangladesh, Egitto, Hong Kong, Pakistan, Turchia, che sembra cozzare con la definizione di “tessuti scozzesi” presente sul sito della società . In questo caso, se si tratta di diffamazione, è da denunciare la Camera di Commercio.
Chiediamo quindi anche a Lei di attivarsi affinchè questa situazione rientri nei canoni di una normale e civile discussione in rete.
Altra frase assurda. Sybelle non ha alcun potere sulla discussione, come nessuno. È già una normale e civile discussione, senza toni esasperati, urla o strilli. Again, il polverone l’avete sollevato voi di John Ashfield e il caso diventerà presto un altro caso da manuale di come certe aziende non sanno gestire la propria reputazione online.
In attesa di un Suo positivo riscontro, Le inviamo i nostri cordiali saluti.
John Ashfield
E poi, firmato John Ashfield. L’azienda firma? Una persona giuridica!? Non c’è un nome, un responsabile delle pr, un manager, una qualsiasi altra persona? A quanto pare no. A meno che non esista veramente un Sig. John Ashfield.
Una stupenda esibizione quella di ieri sera della Lady GaGa ai Brit Awards, quasi troppo tranquilla ed “intima”.
Un ottimo medley di Telephone e di Dance in The Dark, con una statua a sua immagine Armadillo-dotata e una dedica ad Alexander McQueen.
Ed è proprio per la morte di McQueen che la GaGa ha cambiato all’ultimo la sua esibizione, che prevedeva inizialmente un suo arrivo in macchina, dotata di strumenti musicali ed eseguendo un medley di tutti i suoi successi, compresa la solita Poker Face.
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Inoltre, per dovere di cronaca, è giusto ricordare che Lady GaGa ha visto ben 3 premi: International Album, International Breakthrough Act, International Female Solo Artist.
Quella che sta per iniziare si dovrebbe poter definire settimana di relax.
Ma ho talmente tanti impegni che ne uscirò decisamente stressato.
Ultimo esame dato per questa sessione, in attesa del voto di un lab che ancora latita (prof, ci sieeeeteeeee?).
29.
Soddisfazione.
E per qualche giorno non si pensa più al Poli.
Grazie a Friendfeed scopro che venerdì WordPress.com aveva oscurato il blog di Sybelle.
E oggi, da un thread di Marco Massarotto, viene fuori il probabile motivo, ma nulla è ancora certo: a quanto pare a qualcuno non è piaciuto molto qualche commento pubblicato su quella pagina e per tutta risposta wordpress.com ha oscurato l’intero blog, senza alcuna comunicazione (preventiva o meno) di spiegazione all’autrice.
Direi che è un tremendo scivolone per una azienda che comunque gode di una buona reputazione e non credo che un comportamento del genere sia giustificabile. Dopo numerose mail tra lei e chi sta seguendo il caso in WordPress.com, Sybelle ancora non ha ricevuto una buona spiegazione, sul perché sia stato bloccato tutto il blog e non solo l’eventuale commento, né da chi sia arrivata la segnalazione o di che tipo sia. Anzi, è stata persino “minacciata” del fatto che avrebbero consigliato alla controparte di rivolgersi a legali/tribunali. Ma poi rivolgersi a legali/tribunali per cosa? Per un post di opinioni (opinioni!) su una campagna di advertising realizzata male? Per i commenti lasciati da altri (di cui wordpress.com ha gli ip, ma avendo eliminato il post, Sybelle non li può più recuperare), anche se probabilmente l’autore è lo stesso? Ma soprattutto… chi è l’altro interlocutore?
Bah.
In ogni caso, questo è il post, recuperato dalla cache di Google.
John Ashfield ADV: pleeease!
Quando scrivo di qualcosa che non mi piace so essere particolarmente acida.
Questa è una di quelle occasioni.
Parliamo delle campagne stampa di John Ashfield che mi sorbisco costantemente in quanto lettrice di XL.
Compro il voluminoso giornale e mi ritrovo a fissare quelle che possono esser catalogate tra le più sgraziate pubblicità mai viste.
John Ashfield è una marca d’abbigliamento che s’appoggia su una ben costruita brand image: produce un vestiario (e relativi accessori) che si rivolgono a un pubblico giovane, tra i 23 e i 35 anni (secondo la mia percezione) rievocando l’atmosfera dello sport, in particolare del cricket e del golf.
Quindi viene in mente Londra, i tornei tra prati verdi perfettamente tagliati e una certa noblesse d’animo.
Niente male per un’azienda della provincia di Forlì e Cesena, insomma.
Quando ho scoperto questo piccolo particolare mi son meravigliata.
Non apprezzo molto lo stile che questa marca propone, un casual sui toni del blu, del beige e del verde, ma ammetto d’esser affascinata da certe iconografie (come l’uso di stemmi) e dalle camicie dai sobri ma inconsueti dettagli, cose che John Ashfield mostra in ogni collezione.
Comunque, torniamo alle campagne stampa.
Questo mese sulla quarta di copertina di XL si può ‘ammirare’ la pubblicità in questione della collezione primavera/estate 2009.
Rappresenta due modelli (sempre gli stessi da qualche stagione) su un campo da golf.
Rabbrividisco.
1) Le fotografie dei modelli non sono a fuoco. Oltretutto le loro figure sono scontornate male. E la sovrapposizione del ragazzo sulla ragazza è pessima: si vede che non son stati fotografati insieme: lei pare sproporzionata rispetto a lui;
2) Che razza di fotografia hanno scelto come sfondo? Siamo in Svizzera? Cosa sono quelle casette che si vedono a sinistra? Le luci inoltre non combaciano: mentre i modelli son illuminati da riflettori frontali, nella fotografia di sfondo il sole cade da destra. Insomma, gli elementi si fondono alla grandissima! Eh!
3) Che espressione ha il modello? Terrorizzata? E’ colto di sorpresa? Sempre meglio della modella che pare pensare ‘Che ci sto a fare qui?’.
4) Marchio e logo. Penso siano stati realizzati con Paint, più o meno. Kitch a dir poco. Il font usato, oltretutto, è stra-usato e non centra assolutamente niente.
Signor John Ashfield, please!
Change!
E mi raccomando, Google, indicizza bene anche questo post.
Oggi ho ricevuto il mio primo regalo di compleanno per questa tornata.
Si parte ovviamente con la Byb-famiglia, nello specifico la sorella, che ha deciso di continuare a viziarmi con i videogiochi.
Si tratta di Heavenly Sword per Ps3 e, comunque, io continuo a rimanere sempre un po’ perplesso davanti a questi regali. Non sono abituato a riceverne così tanti, veramente.  E solo perché il ragazzo del fratello.
Forse il mio problema è che ormai ho collegato il concetto di regalo all’essere bambino, non avendone più ricevuti a partire da una certa età ed assistendo all’eliminazione anche del concetto di festa di compleanno, di torta di compleanno e, quest’anno, anche di auguri di compleanno.
Poi, ecco, è che non le so gestire le emozioni. E non vorrei magari sembrare troppo freddo, quando invece ci rimango sempre stupito. E non sorrido, perché quando sorrido son brutto e poi magari sembra che la cosa non mi piace, quando invece mi ha fatto un sacco piacere.
E comunque, bene. Ora ho qualcosa di decente con cui scaricare la tensione. A partire da (si spera) lunedì pomeriggio.