Tutti gli articoli di Lore!

Cronache di un matrimonio Bergamasco

Ne parlo solo ora.

Forse perché è stato un giorno veramente bello, anche se ero solo un invitato, diventato amico – quasi per caso – dei due sposi.

È che ho aspettato tanto questo matrimonio. Rivedere gli amici, Bergamo alto, vivere con piacere questo giorno importantissimo di due persone con cui mi sono trovato subito bene, che apprezzo e verso cui nutro molto ma molto affetto.

L’arrivo a Bergamo, il pranzo rinfrescante con melone e prosciutto, poi lo shooting della vestizione di una spùsa piuttosto agitata. Il tutto accompagnato da una buona dose di bollicine.

L’arrivo alla chiesa in Bergamo Alta. Una chiesa bella, anche se piccolina. Tanti, tantissimi invitati. Il saluto allo sposo, ovviamente fighissimo.

Poi l’arrivo di lei. Che scende splendente dalla macchina, in un vestito semplice, ma veramente bello. Un vestito che esprime tutto quello che è lei, tutta la sua personalità .

L’entrata in chiesa e le corse su e giù per fare foto, visto che ero uno dei due fotografi ufficiali.

Ero lì, ad immortalare tutto in digitale. E non ho fatto a meno di emozionarmi quando lei si è bloccata, emozionata e accennato una lacrima. Continuavo a ripertermi in mente forza, G., non ora, non ora, vai avanti, guardalo, guardalo, vai avanti, concentrati che ce la fai. Piccola cosa, ma è stato bello aver vissuto questo momento. Vederti sorridere con gli occhioni lucidi, guardare prima lui, poi il prete e poi andare avanti nel pronunciare quelle parole.

È stato bello vedere l’A. chiedere al prete il permesso di baciare la sposa, come se non l’avesse mai fatto, timidamente, come fosse la prima volta.

Poi il mare di folla fuori dalla chiesa. Parenti e amici, tutti lì per loro.

E poi la trasferta al Roof Garden, all’ottavo piano dell’Hotel San Marco. Un posto magnifico. Una vista magnifica su tutta la città . E mentre il sole tramontava dietro Città  Alta, il panorama diventa ancora più bello.

Nouvelle cousine, con porzioni minuscole, in bicchierini, ma a getto continuo. Di tutto. Insalate, pesce, carne, formaggi, prosciutto. Bollicine a getto continuo. Chiacchere, chiacchere, risate, chiacchere, foto e risate.

Poi l’open bar e le 3 vodka lemon. E la sala trasformata in un dance floor fino alle tre di notte, con pochi, pochissimi irriducibili rimasti fino alla fine.

Un bel matrimonio. Non solo per tutto ciò che era accessorio, ma anche la funzione in sé.

E la cosa mi rattrista. Mi rattrista se penso a me. Al fatto non potrò vivere tutta la pomposità  e le emozioni di un matrimonio in chiesa e mi dovrò accontentare di uno civile, quasi sicuramente non Italia, probabilmente con pochi pochissimi amici e quasi nessun (mio) parente.

Paparazzi, love & sex

Ecco il nuovo video della Lady Germanotta, per la fantastica (ma forse troppo lenta) Paparazzi, altro singolo tratto dall’album Fame.

Un video di amore, paparazzi, incidenti, arti bionici, balli alieni con vestiti in stile Carrà  e una vendetta da gustare sorseggiando una tazza di tea. Un video che forse ti lascia un po’ l’amaro in bocca, stando attento al testo. Un video da vedere tutto, dall’inizio alla fine, per comprendere la storia.

[media id=18 width=480 height=300]

Il video è stato girato da Jonas Akerlund (già  regista di video di Madonna) e il coprotagonista è Alexander Skarsgà¥rd.

E già  che ci siamo, ecco un estratto da un’intervista in cui la GaGa parla di uomini e sesso. Spero capiate l’inglese. È molto, molto, molto diretta (ed esplicita)

Qui c’è l’intervista completa.

Ovviamente, il video l’ho scoperto grazie all’immancabile Popslut, mentre l’intervista arriva da un mio contatto Facebook

Kill ‘em all – Ep. 04 [riscritto]

Già  hai una macchina enorme, brutta e ingombrante. In più sei pure convinto che per fare benzina si devono occupare entrambe le pompe, fare la coda dal lato sbagliato rispetto a quello del bocchettone (quando quello giusto era senza macchine in fila) e bisogna essere lenti, indecisi e imbranati.

Per la gioia di moglie e suocera, che aspettavano in macchina con uno sguardo molto ma molto pericoloso.

Sì, insomma, avevamo scritto più o meno qualcosa del genere. Però la WordPress App per l’iPhone l’ha fatto sparire nel nulla…

Giornate

La giornata, lavorativamente parlando, non è stata delle migliori.

Arrivato a casa, tardi, causa partita da aspettare.

Uno spuntino per calmare la fame.

Un veloce sguardo al reader per distendermi un po’.

Ed ecco. Click. L’icona di Illustrator che saltella.

Vediamo di finire i file per l’esame di domani.

Sonno, tanto sonno.

E voglia di staccare da tutto e tutti e stare finalmente tranquillo senza pensieri.

Un’esplosione di bolle rosa

David LaChapelle ci regala questo fantastico scatto della Lady Germanotta per la copertina del Rolling Stone.

Rolling Stone cover - Lady GaGa by David LaChapelle

Denudata, anche del suo fiocco/corno di capelli, vestita di sole bolle rosa, in universo rosa, forse troppo.

E come dice il mio spacciatore di fiducia:

Sono assolutamente certo che la qui presente sia l’edizione di Rolling Stone del pianetanatale della bolleggiante GaGa (fotografata da LaChapelle). Perché questo lato di galassia non è ancora pronto per tanta arte, sperimentazione, cherry cherry boom boom.
E quel tono di rosa? È assolutamente incompatibile con l’occhio umano. Anzi, mi raccomando: non fissatelo troppo a lungo senza indossare degli occhiali con display.

Lady GaGa-RollingStone cover David LaChapelle - HD

Update: cliccando sulla miniatura qui a sinistra potrete scaricare la versione in HD della copertina, ringraziando SuperPop.


Citazioni dal Financial Times

Un pericolo, in primo luogo per l’Italia, e un esempio deleterio per tutti.

Non e’ evidentemente Mussolini, ha squadroni di veline al seguito, non di camicie nere ma e’ un uomo molto ricco, molto potente e sempre piu’ spietato. Il pericolo rappresentato dal presidente del Consiglio e’ di ordine diverso da quello di Mussolini, e’ quello del potere dei media, che mina i contenuti seri della politica e li sostituisce con lo spettacolo. È quello di una spietata demonizzazione dei nemici e del diniego di garantire basi autonome ai poteri concorrenti. È quello di mettere una fortuna economica al servizio della creazione di un’immagine forte, fatta di asserzioni di infinito successo e sostegno popolare. Colpa anche dell’assenza della sinistra, delle istituzioni deboli e talvolta politicizzate e soprattutto di un giornalismo che ha accettato spesso un ruolo subalterno.

La fonte completa non l’ho trovata. Ho trovato questo articolo del Corriere, questo di Repubblica e questo in lingua sul sito del Financial Times.