La finestra aperta

Sembra stia arrivando il caldo estivo.

La finestra è aperta ed entra il fresco della notte.

Io, ormai, son già  sotto le coperte.

Litigo con qualche insetto, attirato dalla luce dello schermo, che rischiara la stanza buia.

Da fuori si vede solo un fievole bagliore dei lampioni delle strade alla fine dell’isolato, che disegnano le sagome delle case che si stagliano davanti a loro.

Tutto tace, a parte le mie dita che corrono veloci sulla tastiera.

È una notte bellissima, di quelle che vorresti stare sveglio e osservare e sentire il nulla.

Ma niente, è stata solo un’illusione.

Un’illusione rotta dal rumore di un aereo in atterreggio.

Ma no, ora si allontana, quasi non si sente più e la situazione si è ripristinata.

Poi due rintocchi di campana, in lontanza.

Guardo l’orologio e mi accorgo che sono un po’ fuori orario.

E forse, è anche l’ora di chiudere tutto, appoggiare la testa al cuscino e lasciare che questa notte stupenda mi accompagni nel mondo dei sogni.

Blur, ovvero l’attesa e il tempo che manca

Ecco, ci siamo.

Alla fine di questa settimana esce Blur, il tanto atteso nuovo gioco di corse multipiattaforma (xbox, ps3, pc) realizzato da Bizarre Creations per Activision.

Forse forse sarà  il gioco di corse definitivo, almeno fino alla prossima generazione.

In uno scenario in cui anche i vari Need 4 Speed iniziano ad annoiarmi (e io sono sempre stato fedele a N4S, sin dalla versione 2 special edition), arriva un gioco che prende le migliori caratteristiche delle diverse sage e le fonde in un unico gioco.

In questi giorni però ci sono alcuni avversari; ho provato la demo di Split/Second (altro titolo multipiattaforma) e sembra non reggere il confronto. Blur è tutta un’altra cosa: la sensazione di velocità  e il divertimento, soprattutto nel multiplayer online contro 20 concorrenti, è imbattibile.

Su PS3 invece Sony sta puntando tantissimo Mod Nation Racer, che ho provato in demo senza però esserne troppo convinto.

Invece con Blur è stato amore a prima vista.

Uno stile arcade, grafica ottima, divertente, longevo e anche social: il gioco infatti vanta dell’integrazione diretta con twitter e con facebook, attraverso cui si potrà  condividere punteggi e risultati, screenshot delle partite, statistiche, oggetti sbloccabili e sfidare i proprio amici.

Un gioco assolutamente da provare e comprare.

Venerdì 28, vero che arrivi presto?

Voglio giocare a Blur!

Tornato (pensieri sparsi)

Alla fine, sono tornato da Madrid.

Problema nube vulcanica evitato per un soffio, sia all’andata che al ritorno.

Tempo un po’ così, anche se a sentire le cronache dall’Italia devo ammettere che non sembrava tanto male.

Tanti, forse troppi quadri visti, che per un po’ non voglio vederne neanche uno.

Guernica.

Piedi ancora doloranti per il troppo camminare.

I soliti assurdi scazzi causati dal far convivere 6 teste diverse.

Guernica.

Un Gios visto per un aperitivo.

La circolare.

Il roaming dati dimenticato attivo per sbaglio e l’azzeramento del credito.

La lontananza.

Il 50ino usato a dovere.

Guernica.

Ma, alla fine mi sento soddisfatto di questo viaggetto in terra spagnola.

Le cose che non ti aspetti

È che alla fine ti lasci sommergere dal peso e dall’ansia delle cose da fare e dalla paura dell’insuccesso.

Litighi per due giorni con un software decisamente ostico e vuoi fare del male agli sviluppatori che l’hanno pensato e realizzato.

Pensi a come tutto sommato questi prof. non li sopporti per nulla.

Poi succede che finalmente ottieni un .otf perfettamente funzionante.

E ti rendi conto che la percezione del programma è cambiata. Quelli che sono i limiti ora sono punti di forza e ti abitui all’interfaccia scarna ad essenziale tanto che il ritorno ad Illustrator è quasi traumatico.

Poi c’è la lezione, la consegna e la revisione.

E dimentichi tutto il resto e rimani affascinato dalle parole, dalle slide, dai miliardi di glifi e alfabeti che si susseguono sullo schermo. E poi la revisione. Cavolo, parlare con qualcuno che sa, sa fare e sa spiegare è qualcosa di indescrivibile. Si sciolgono i dubbi, si fanno domande, si ottengono risposte e consigli.

Infine sei in macchina, vero casa, dopo qualche disavventura. Il cielo è pieno di nuvole grigie cariche di pioggia. Ma ad un certo punto vedi un raggio. Guardi meglio e i raggi sono molti. Guardi meglio e ti accorgi che nelle nuvole, in un certo punto, c’è un buco. E dentro quel buco il sole sta tramontando, inondando di luce il buco stesso. Uno scenario spettacolare, di quelli che non ti aspetti di vedere in autostrada verso casa alla fine di una settimana e giornata particolarmente pesante. E, ovviamente, quando serve la macchina fotografica non c’è

E le cose che non dici

Alla fine, ho perso un po’ il feeling che avevo con questo blog nel riempirlo di tutto ciò che succedeva.

Ora ci sono molte cose di cui potrei parlare, ma semplicemente evito.

Per un motivo o per un altro.

Però, ecco, in realtà  le cose accadono, belle e brutte, anche se non lo dico.

Come il compleanno del Byb, la cena in pizzeria con il fratello (che fa gli anni qualche giorno prima), la tavolata da 16 posti, poi il post serata (solo per chi è senza figli :P) al Milwaukee 50’s diner a Varedo che ospitava una cover band revival molto brava, poi il dj che non sapeva mixare ha iniziato a picchiare con le peggiori truzzate commerciali con qualche tocco di classe con Madonna e una doppia Lady GaGa (con una Telephone orribilmente stoppata per far posto a Ke$ha la buzzicona).

Poi cos’è successo? Boh, Sicuramente qualcosa, anche se in verità  ho rimosso.

E sicuramente succederà  nei prossimi giorni, però non so se scriverò.

Vedremo.