Ops, (quasi) sgamato.
Ora, c’è solo da sperare che non vadano a leggere la gerenza a pagina 30.
Oggi giornata interessante @ PoliMi.
Un seminario organizzato dai professori del Laboratorio di Metaprogetto.
Relatore: Carlo Antonelli, direttore di Rolling Stone Italia.
Un personaggio scoppiettante, forse addirittura esplosivo, assolutamente provocatore.
Affascinante, nel modo in cui ha raccontato il momento storico in cui è nato Rolling Stone, tutta la carica che aveva e quali sono i valori insiti nel brand in America.
Un brand che porta con sé la fiducia nell’esperienza diretta, non l’informazione ma la capacità di raccontare una storia, un giornale che allarga le coscienze senza confini definiti (musica, cinema, TV, letteratura, politica), un brand che è attento allo spazio pubblico, alla politica e che fa della cultura visiva una parte fondamentale della comunicazione.
Antonelli è stato implacabile nei raffronti con la realtà italiana, in cui però sono riusciti a trovare delle analogie per portare, con successo, Rolling Stone anche nelle nostre edicole.
Frasi, freddure, provocazioni, cinismo e forse anche un ego notevole.
Frasi che forse estrapolate dal contesto vogliono dire poco o nulla, ma che mi hanno comunque colpito.
E poi abbiamo trovato tutti quei distretti industriali, sparsi in Italia. Dove si lavorava e lavorava, da lunedì a venerdì. E allora rock ‘n’ roll per noi era quello che se ne stava da lunedì a venerdì chiuso nella sua uniforme, nella giacca e cravatta. E dal venerdì alla domenica si toglieva la sua polo con le Hogan, mostrava il tatuaggio e si sfondava con il SUV, drug e con altre cose che – per brevità – chiameremo Marrazzo
Snob. Radical chic.
Un personaggio che dice che – ehi – il mondo dell’editoria cartacea e delle riviste è in crisi. Non ha più senso fare una rivista cartacea che poi, per metà mandi al macero. Eppure è lì e la dirige, e sembra anche bene.
Si son ritagliati la loro fetta di mercato
senza andare contro i poveracci [le altre riviste musicali]; come Robin Hood siamo andati contro i giganti che facevano giornali gay tout-court, senza dichiararlo
hanno de-targettizzato il giornale, l’hanno reso senza tempo, collezionabile, inclusivo di tutti gli stili esistenti, rilassante.
Rolling Stone. Rock ‘n’ Roll style magazine.
PS: Carlo Antonelli assume Ritalin. E lo ammette pure.
PPS: se n’è uscito anche con un
ora per noi è rock Natalie, quell’armadio di due metri che si faceva le righe – e non solo – col badge della regione Lazio
È partita la 10ª edizione del Grande Fratello.
Ecchissenefrega.
Veramente.
Oggi ho trovato i soliti link di video su youtube, ma sapete cosa? Non li ho neanche cliccati.
E oggi sentire commenti assurdi su chi sia il trans e leggere in rete che “è iniziata la caccia al trans” come fosse una volpe da inseguire e scovare e stanare…
bha bha bha
Povera Italia.
Arriva il freddo.
E io vorrei tornare a casa, trovare un bel calduccio, infilarmi sotto una coperta sul divano e guardare un po’ la tv, dopo quasi 2 anni che la tenevo ormai spenta e, magari sonnecchiare.
Te l’ho mai detto che ti adoro? No?
Ti adoro.
Grazie davvero 🙂
Stai bene?
Inutile dire che (anche) io – questa ragazza – la adoro.
E non lamentatevi della grammatica dell’ultima frase. Thanks.
‘the tap of the future’ by zaha hadid for triflow.
Voglio questi rubinetti.
Li necessito.
Info su: Triflow Concepts
Ecco, ho un grosso problema con il mio Crystal Clear Digital Man’s Watch di Starck.
Non riesco a cambiare l’ora. Il manuale di istruzioni non contempla questo modello. I pdf sulla sezione customer care del sito di Fossil indicano un orologio con il quadrante identico al mio, ma con quattro tasti (mentre il mio ne ha solo 2).
E non ditemi che basta tenere premuto uno dei due tasti finché non inizia a lampeggiare qualcosa, perché non è così.
Se premo a lungo un tasto, si attiva la visualizzazione permanente del secondo fuso orario. Se premo a lungo l’altro tasto… non succede nulla. Ma nulla nulla.
Uff.
Vorrà dire che dovrò fare un giro in Duomo da Grimoldi?
Ecco un’anticipazione dei uno dei prossimi vinyl toy disegnati da Simone Legno di Tokidoki.
Niente meno che… Karl Lagerfeld!
Sarà ovviamente una limited edition (1000 pezzi in tutto il mondo), alta 10 pollici e con un prezzo previsto di 190$. Non si sarà se arriverà in Italia.
Via Tokidoki Blog
“mamma, cosa vuol dire ‘omofobia’?”
“omofobia? dove l’hai sentito?”
“boh, non so. da qualche parte. tu lo sai cosa vuol dire?”
“ehm…”
“se non lo sai non importa, lo chiedo alla maestra”
“no, no, per carità . so cosa vuol dire ma ho bisogno di cinque secondi per pensare”
“uno-due-tre-quattro-cinque! ecco. spiegamelo”
“allora… tuo fratello è innamorato di francesca, la mamma è innamorata di papà . giusto?”
“sì, ho capito. questa è l’omofobia?”
“no, aspetta. la mamma e il papà sono di sesso diverso e anche tuo fratello e francesca”
“ovvio”
“ma non è per forza sempre così. anche persone dello stesso sesso si possono innamorare. un uomo può innamorarsi di un altro uomo e volere vivere con lui e dividere con lui la cucina, il bagno, la scarpiera e l’armadio. una donna può innamorarsi di un’altra donna e farle le coccole e i grattini. insomma, ognuno ama un po’ chi gli pare. sono scelte libere. sei d’accordo?”
“mmmmh… sì”
“però ci sono persone che pensano che non sia giusto, che hanno paura di chi fa scelte d’amore diverse. questo si chiama omofobia. gli omofobici odiano chi non è come loro, odiano gli uomini che amano gli uomini e le donne che amano le donne. perché pensano che non sia normale. ma normale è una parola che spesso non vuole dire niente. chi può dire cosa è normale e cosa no? non esistono i normali. tu ti senti normale? la mamma e il papà , che pure sono una femmina e un maschio sposati, ti sembrano sempre normali? quel pazzo di tuo fratello che parla con marìotereso dentro muro della cucina e ama francesca è normale?”
“be’, io, tu, il fratellino e marìotereso siamo normali. quasi sempre almeno. quindi stiamo belli tranquilli. è papà quello che mi preoccupa di più…”
Via Nonsolomamma