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Mura e torri

Ci speravo. Veramente tanto.
Speravo che finalmente, si riuscisse ad organizzare un week-end al mare con Love e una cara coppia di amici.
Settimana scorsa era arrivata la proposta, avevo scoperto che avevo un giorno libero grazie alle vacanze di Pasqua e quindi si poteva sfruttare l’occasione per cambiare aria.
Nella “piccola” casetta del mio amico in Liguria, non ho ben identificato dove. “Piccola”, anche se lui dice che ci sono 3 camere da letto e 2 bagni. Se per lui è piccola..
Ero già  contentissimo, c’era solo da sentire la sua lei, per avere conferma che anche lei fosse disponibile.
Ovviamente no, perchè lei per il pranzo di Pasqua deve essere assolutamente a casa perchè lo deve passare in famiglia.
Sfuma così l’idea di farci venerdì, sabato, domenica al mare e tornare lunedì in mattinata. Proponiamo di riportarla a casa domenica mattina, tanto per un’oretta e mezza di macchina, si può anche fare, no?
E il tutto rimane così sospeso. Fino ad oggi.
Tanto per un’oretta e mezza di macchina, si può anche fare, no?
Ebbene, no! Perchè lei non ha voglia di farsi 3 ore di macchina per 2 giorni e mezzi di vacanza.
Propone invece di partire lunedì pomeriggio e fare tutta la settimana. Chissene frega poi se io, Love e il suo ragazzo in settimana lavoriamo e dobbiamo chiedere (chi più, chi meno) giorni di permesso, se ce li concedono.
Mal che vada, io e Love non andiamo. Interessante, vero?
E io ci sono rimasto veramente male, perchè, ancora una volta, si è dimostrata per quella che è. Una schifosa egoista, che pensa solo a sè e se ne frega degli altri. Una qualsiasi altra persona, si sarebbe adeguata alle necessità  della maggioranza, al massimo trovando lei una soluzione al suo problema. Una qualsiasi altra persona sarebbe scesa a compromessi. Invece no. Se ne frega degli altri. Il suo vocabolario non comprende la parola compomessi. Non si può discutere con lei, perchè è bravissima ad erigire muri insormontabili. E ha persino il potere di ottenere (quasi sempre) quello che vuole.
Ma oggi ero talmente arrabbiato che mi veniva voglia di prendere il telefono e dirle, una volta per tutta, che è solo una schifosa egoista e viziata del cavolo.
Perchè io, e credo pure gli altri, ci tenevo veramente ad andare tutti insieme, anche solo per 2 giorni e mezzo. Ma lei, di me, se ne frega. Tranne quando ha bisogno di una spalla su cui piangere. E non ha capito, forse, che può farmi pure tutti i tiramisù (buonissimi, tra l’altro) che vuole, ma a me, questo suo comportamento, non potrà  mai andare giù.

Ma alla fine, non l’ho chiamata.
Perchè alla fine, la conosco da 9 anni.
E si è sempre comportata così.
E ho sprecato fiato e fiato.
E non è mai cambiata.
Quindi, perchè mi ostino, tutte le volte, ad arrabbiarmi?
Mentre lei, dall’alto della sua torre protetta da mura insormontabili guarda il mondo dall’alto in basso, se ne frega?

Caldi raggi del sole su Milano

Oggi è stata una bella giornata. Il bel tempo di oggi e i raggi del sole mi hanno scaldato. Non solo fisicamente, ma sono riusciti ad arrivare persino nel profondo del mio animo e del mio cuore.
Forse non è stato tutto merito del sole.. sarà  stato il fatto che oggi ho eliminato la routine che mi vedeva tutto casa, letto, sveglia, doccia, pappa, autostrada, parcheggio, reclusione a lavoro, autostrada di notte, casa, letto. Visto che sono uscito in piena mattina per fare una commissione a Milano, sperando anche di vedere un caro per pranzo. Ma non ho portato a compimento nè la commissione, nè il pranzo. Ma ho sfruttato la giornata bella giornata per camminare per tutta milano. Da zona Missori a piedi verso piazza Duomo (quant’è bello il Duomo bianco e luccicante!), per poi fare Cordusio, Cairoli, andare al Castello e attraversare tutto Parco Sempione, che pullulava di vita, tra tenere coppiette sdraiate a prendere il sole, amici che giocavano a calcio, mamme e nonne a passeggio con i pargoli. E tutta questa passeggiata, con le fide cuffiette bianche nelle orecchie, per arrivare fino in via Giusti per l’open day di Arte & Messaggio. E sì, se riesco a superare il test, voglio proprio frequentarla.

In circolo

Sono piombato in uno di quei periodi in cui io non posso stare solo con me stesso, perchè io non sto bene con me stesso.
Ma la cosa grave è che non riesco a capire perchè.
E, dall’alto del mio umore sotto i piedi, mi rendo conto che faccio stare male anche chi mi ama e mi vuole bene.
E così io sto ancora più male sapendo di far star male altri perchè io sto male.

Tra tre mesi, come un topo.

Sto diventando un uomo tutto nanna e lavoro.
E inizia a mancarmi buona parte della libertà  che avevo prima.
Ma prima o poi deve arrivare il momento di crescere, per tutti. E credo che per me sia arrivato.
Un lavoro nella grande città  che bene o male mi porta a dedicargli tutto il mio tempo. Perchè ha orari e ritmi inconciliabili con gli orari e i ritmi del “resto del mondo”.
Resto del mondo che comprende un po’ di cari amici, che per un motivo o per un altro è un po’ che non vedo. Perchè poi va a finire che nei giorni liberi disponibili uno abbia l’umore così sotto terra da non voler neanche mettere il becco fuori di casa, anzi, no, dalla stanza.
Ma l’umore, ora sembra essere tornato a posto.
E il problema umore, ha lasciato il posto ad un altro problema.
Se così si può definire.
È che mi sono inserito bene nel gruppo di lavoro, so (come sono presuntuoso!) fare bene il lavoro che mi hanno assegnato e più volte ho dato un mano anche in altri campi. Dal risolvere qualche problema ai Mac o qualche consiglio su come risolvere qualche strano impiccio by quark, illustrator o photoshop.
Al momento sento su di me la fiducia dei capi, soprattutto ora che non ho neanche più un “responsabbbile”. Ma sento su di me anche delle responsabilità . Il cui peso si farà  veramente sentire quando, per la prima volta, me ne dovrò stare solo soletto in ufficio ad attendere l’articolo sulla partita. E chiamare la tipografia per la conferma delle pagine. Sperando che non ci sia nessun problema.
Però inizio a pensare al mio futuro, a chiederemi che cosa succederà  alla fine di questi tre mesi. Mi chiederanno di restare? Mi offriranno un buon contratto? Io, ora, ho già  paura. Ho paura di dover decidere, come sempre. Perchè come sempre dovrò decidere di lasciare qualcosa che conosco per qualcosa di ignoto di cui non so affatto se sarò adatto o meno. E mi sento già  in trappola. Tra la paura di lasciare e deludere qualcuno. E quella di restare e deludere altri.

Odissea di un lungo viaggio verso casa

Giornataccia. Non tanto per il lavoro in sè, ma perchè è da metà  pomeriggio che mi ha fatto compagnia un mal di testa tremendo. E l’insonnia notturna è tornata a farmi compagnia. Sgrunt.
Per non parlare dell’odissea per tornare a casa. Perchè, nonostante il papi mi avesse informato della partita (ed effettivamente un mio collega si è fermato in redazione proprio per finire di impaginare la pagina sulla partita), una volta salito in macchina, ho attivato il pilota automatico. Che mi ha portato dritto dritto sulla circonvallazione e poi in piazzale Lotto. Un delirio, tremendo. Mi chiedo per quale motivo quando ci sono più di 3-4 persone insieme, il loro cervello sparisca e diventi persino inferiore a quello di una formica – non me ne vogliano i cari insettini.
Semaforo. Rosso per i pedoni. Verde per le macchine. 3-4 vigili per semaforo che continuavano ad urlare alla folla di NON attraversare. E continuavano ad attraversare, come se nulla fosse. E intanto, da dietro, altri poveri automobilisti che condividevano con me l’infelice destino di essere in piazzale lotto, iniziavano a suonare, perchè effettivamente era verde. La situazione è migliorata quando il collega automobilista al mio fianco ha accennato un’improvvisa accelerata che lasciava presupporre che ci saremmo trasferiti presto nel mondo digitale di Carmageddon. E così i pedoni si sono fermati. E siamo potuti finalmente passare. 10 metri. E di nuovo lo stesso discorso.
Poi di nuovo traffico bloccato su piazzale Kennedy. E qui entra in gioco la logica delle 5 corsie: spostarsi di corsia in corsia inseguendo il miraggio di essere in quella più scorrevole. Per poi accorgersi, all’ultimo, di essere dalla parte opposta a dove si dovrebbe essere. Tentando quindi di riposizionarsi nella corsia giusta, bloccato tutto e tutti. E il bello è quando a farlo è un camion con rimorchio..
E giusto per finire in bellezza l’avventura verso casa, cosa dire del “tratto di autostrada Marcallo mesero – Novare Est” chiuso per lavori? Anche se, arrivato al casello di Arluno non hanno forzato l’uscita. Ma ho preferito uscire lo stesso, perchè, con la fortuna di oggi, mi sarei beccato pure il casello chiuso. E mi avrebbe costretto a 24km in più di viaggio.

Ma ora, ncora qualche minuto perchè finisca il programma di Gatto Nero su RadioNation1 e andrò alla conquista delle coperte..

Paragoni di anno in anno

Appena tornato a casa ho iniziato a pensarci. Sono passato da un estremo all’altro. Quando ero bambino, a momenti non sapevo neanche cosa fosse un compleanno, perchè i miei non me ne avevano mai organizzato uno. E vedevo i miei compagni di classe che facevano mega feste di compleanno, con striscioni, gioconi, miliardi di regali e miliardi di invitati. Io, invece, massimo che ho fatto è stata una misera festicciola con una torta (così così) e 3-4 amici.
Quest’anno invece, sono settimane che continuo a festeggiare il mio compleanno. Prima col mega regalo by Love (che non ho ancora pubblicato nella Magenta Desk Family!!!), poi con la cena da V. & R., lo strano braccialetto della F. e il libro di E., poi la torta + regalo a sorpresa degli amici del paesello provincialotto. E questa sera, un’altra festicciola in quel di Bergamo.
E tra l’altro, mentre tutti gli altri anni sono impazzito per tentare di organizzare qualcosa di decente che si è rivelato sempre un mezzo fiasco, quest’anno non ho mosso un dito. E ci hanno pensato altri ad organizzare per me un sacco di belle cose.
E sono contento. Non perchè non ho fatto nulla o per via dei regali ricevuti. Ma perchè finalmente mi sento considerato. C’è qualcuno che si ricorda di me, di sua sponte.

Nello specifico, ci sarebbe molto da dire sulla serata di oggi. Sul ritardo reciproco, sulla fantastica cena polenta, arrosto e bollicine della Fra. Su quanto sia bello entrare in casa loro e trovare ogni volta qualcosa di nuovo. Sul mega schermo Samsung che però, dopo mille risontinazzazioni manuali, ci ha obbligato a vedere San Remo in bianco e nero (e come si fa a parlare male di come erano vestiti?). Sulle sagge parole della Fra. E sul rinnovato invito per essere presenti l’08-08-08. E sullo strano stato d’animo che mi ha accompagnato per tutto il viaggio di ritorno. Sul fatto che io – a Bergamo – con i miei Amici – ci sto veramente bene.

Memoria 2.0

Non devi aver paura. O almeno non così tanta da rimaner bloccato. È stupido da dire, ma io ci sono. E farò di tutto per sostenerti. Anche io avevo paura. Di deludere i miei, di abbandonare qualcosa di relativamente sicuro e comodo. Ma ora direi che ne è valsa la pena. Senza ombra di dubbio.

Monotonia

Vorrei scrivere qualcosa di interessante. Ma posso. Perchè al momento sono preso solo da questo nuovo lavoro e nella mia vita, in questi ultimi 3 giorni, non è successo nient’altro.

Solo lunghe dormite (finalmente riesco ad addormentarmi facilmente!), pranzi, andata e ritorno a milano, ricerche di parcheggio e poi booooong, in posizione pronti davanti al mac in ufficio per affrontare un’altro pomeriggio/nottata lavorativa.

Insomnia

Ma io, a quest’ora, non dovevo essere tra le braccia di Morfeo?

Sì, dovrei. E invece no.. perchè mi sono girato e rigirato nel mio letto, ho messaggio con Love (grazie Infinity sms!), ho curiosato tra i blog dall’iPhone, ho mangiato un pacchettone di Loacker rubato dalla dispensa in preda alla fame compulsiva tipica del non-dormo-time, ho persino visto il pilot di Kyle XY.. giusto perchè, come al solito, non ho sonno.
E, visto che il sonno non arrivava, meglio mettersi a fare qualcosa di costruttivo, no? Beh, cosa c’è di più utile, costruttivo e necessario di aggiornare i testi degli ultimi mp3 inseriti nella library? Ormai non c’è più neanche un widget funzionante che li scarichi in automatico. Umpf. Quindi bisogna farlo, a mano.
E così dalla library è saltata fuori In my arms della Kylie Minogue. E mi ha preso. Ho voglia di un po’ di musica dance, allegra, di quelle che ti prendono e ti danno la carica (beh, in realtà  ne dovrei avere bisogno domani, non ora. Ora voglio solo dormire!). E pure il corto e ripetitivo testo mi ha preso. E non riesco proprio a capire come mai ora è in loop. E non ho voglia di premere il tasto stop.

How do you describe a feeling? I’ve only ever dreamt of this.
DJ’s spinning up my favorite song, hurry up and get a grove on.
Light fantastic and it wont be long, don’t let the moment slip away.
Cause you and I could find a pleasure, no one else has ever known.
Feels like it is now or never, don’t want to be alone

How does it feel in my arms?
How does it feel in my arms?
Do you want it? Do you need it? Can you feel it? Tell me.
How does it feel in my arms?

I’ve only ever dreamt of this.
Got a feeling this is something strong. All I wanna do is move on.
No more wondering where I belong. So never go away.
Cause you and I are guilty pleasure, no one else has ever known.
Feels like it is now or never. Don’t want to be alone.

La sorpresa inaspettata

Serata interessante.

Ospiti a casa di un’amica con cui ho condiviso gli anni di elementari, delle medie e le esperienze in oratorio. Un’amica nata il giorno dopo di me, anche se – a ben guardare – il divario si riduce a una manciata di ore.
Questa sera, dopo aver finito la sua estenuante sessione d’esami, aveva deciso di invitarci da lei per una cena di compleanno.
Ovviamente.. cena perfetta. Tantissimi (e buonissimi) antipasti, una pasta frizzante, veramente buona e poi.. dolce! Con fonduta di cioccolato, strudel come torta e bignè alla crema.
Un menù che.. se non ho messo su chili in questa occasione, rimarrò magro a vita!
Lo strudel era la torta di compleanno, con le candeline.. e ha voluto che le spegnessi insieme a lei. Io non volevo, perchè alla fine era la sua festa di compleanno, lei si era impegnata per preparare tutto e io non avevo fatto nulla. Ma alla fine mi hanno convito.
È scattato poi il regalo time. Ma, oltre al suo regalo, è comparso anche un pacchettino per me!
Veramente.. sono rimasto piacevolmente colpito! Non sapevo proprio cosa dire. Sopratutto quando ho poi visto quel che conteneva: il boxset di dvd della prima serie di Hereos!
Contentissimo, veramente.
La serata è poi conclusa con una estenuante partita (in 12) ad Uno (col girello infernale, che non mi piace, molto. Preferisco la macchinetta infernale). E, giusto per tirare ancora più tardi, quando metà  degli invitati se ne erano andati, una partitella a Carcassonne, procurando nuovi adepti al gioco e diffondendo il culto. Partitella che è finita poco fa, ore 4:20.
Bello bello bello