io: uffsonno e stancobyb: vai a dormire, no?io: no, non stanco da sonno, anche se l’ho appena detto
stanco che non ho voglia di fare nulla
neanche di dormire.
Sì, è vero.
A volte riesco ad accorgermi da solo di essere un unico controsenso.
io: uffsonno e stancobyb: vai a dormire, no?io: no, non stanco da sonno, anche se l’ho appena detto
stanco che non ho voglia di fare nulla
neanche di dormire.
Sì, è vero.
A volte riesco ad accorgermi da solo di essere un unico controsenso.
Gira già da qualche giorno…
…ma come esimersi dal postare anche il nuovo video della Lady GaGa?
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A parte le coreografie assurde, i cambi d’abito e di scena, la particolarità di certe inquadrature, il ritorno degli anelli di saturo, è da notare all’inizio del video il primissimo piano alle Zikmu di Parrot by Philippe Starck (prezzo di listino: 1.200 €). E ad un certo punto del video compare anche un Nunchack del Wii.
La la uh la la la!
Qui sotto anche il video del backstage
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Ieri sera.
Volevamo andare al Nottigham Forest, bar “molecolare” milanese.
Ma noi quattro (io, Byb, Rosa & Tino from Bubus) siamo stati rimbalzati.
Sgrunt.
Dicevano che il locale era pieno. E forse era pure vero, visto tutta le gente che aspettava fuori.
Così, non sapendo dov’altro andare, siamo finiti al (solito?) Lelefant.
Tra le fauci di un cameriere che si continuava a dimenticare di noi e una colonna sonora fatta da Britney, Madonna e ancora Britney e Madonna. Che poi, voglio dire, svegliarsi un po’ e aggiungere anche la GaGa alla playlist, no?
Comunque, locale praticamente deserto, rispetto agli standard. Ma fortunatamente i cocktail rimangono buoni e con un alto tasso alcolico.
E non solo al locale, ma anche passeggiando per le vie di Porta Venezia e poi in macchina, riaccompagnado gli stranieri al loro dimora temporanea, abbiamo parlato, parlato e parlato.
E la serata è passata veloce, anche troppo.
Infornata di loghi internazionali (ma non ovviamente in Italia) per il 40° anniversario di Sesame Street:
Oggi giornata di tavole, tavole, tavole, tavole e ancora tavole.
Poi tavole, tavole, tavole e tavole.
Nel frattempo, il blog aveva qualche piccolo problema di connettività . Né wordpress ne voleva sapere di auto-aggiornarsi, sbattendomi addirittura fuori dalla configurazione e negandomi ogni acesso.
Ma alla fine, il buon vecchio metodo via ftp ha funzionato.
Ringraziando, as usual, la mia (sempre più adorata) wp-salvatrice.
Non so perché.
Ma il nostro giochetto di status update I believe in xxx who believe in yyy mi ha fatto venire in mente che venne il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.
Branduardi.
Quanti ricordi collegati alle sue canzoni e a chi portava il suo stesso cognome.
Oggi, che poi è già ieri.
Nottata sveglio a far tavole.
Ore di attesa per una prima revisione assolutamente demoralizzante.
Altre ore e ore e ore e ore (fino alle 20.00) di attesa per una seconda revisione. Più utile, meno demoralizzante ma ugualmente portatrice di altro lavoro.
Un bidello che mi si avvicina e mi apostrofa con un “ma è lei il professore?”.
Un consorte che arriva in Bovisa Beach giusto quando stavo uscendo dall’edificio giallo e via di corsa verso un aperitivo, arrivando ovviamente in ritardo.
Aperitivo passato decisamente troppo in fretta. Discorsi iniziati, persi, incrociati, mai finiti. Con due personcine che più le vedo, più le apprezzo, più sento che mi ci sto affezionando, pure. E una terza è sulla buona strada.
Poi il ritorno. Il disco di Adele, di sottofondo, scoperta grazie allo Stef tempo fa. Conciliante. Per il sonno. E di fatti…
E poi l’arrivo a casa.
Pigiama, online per scrivere queste insulse quattro righe.
E poi il calduccio delle coperte, prolungabile a lungo: domani, in uni, si va solo al pomeriggio.
Basta.
Va bene tutto, le belle parole, i bei discorsi.
Ma dopo neanche una settimana, è (già ) tutto a donnine.
I problemi sono sempre quelli.
Sembravano in via di risoluzione.
E invece son sempre lì.
Ma non avete neanche il coraggio di parlarne. È molto più semplice insinuare, lanciare frecciatine, trattarmi come un cretino.
Proprio ora che l’ancora di salvezza, il mal che vada prendo e me ne vado, non c’è più.
Bene, bravi, bis.