A volte basta poco.
Veramente.
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A volte basta poco per far comparire un tocco di magenta in tutto il blog.
A volte basta poco.
Veramente.
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A volte basta poco per far comparire un tocco di magenta in tutto il blog.
Oggi, sveglia presto.
Giornata praticamente intera di studio a casa di una mia carissima amica, che non vedevo da un sacco, addirittura da prima di Natale.
E così, c’era ancora in sospeso il discorso regalo. Che lei, per me, aveva comprato. E io, come al solito, non ci avevo mica pensato.
E quest’anno, cosa mi ha regalato?
Un libro. Bellissimo. Grosso, grossissimo, assolutamente patinato.
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Sì, è vero.
Trovo che l’ultimo album di Pink sia bellissimo.
E ora è uscito anche un nuovo video, quello di Please don’t leave me.
Un concept che inizialmente potrebbe sembrare banale, che che si rivela geniale continuando la visione del video. E la Pink è sempre più folle e matta. Adorabile.
E guardandolo, mi chiedo se e quando riuscirò a finire quell'(auto)esercizio di Motion Typography sulle note di Funhouse…

MILK mi ha commosso e mi ha fatto piangere. MILK è quanto di meglio si possa volere dal cinema. Uno scossone, un pugno nello stomaco, un insegnamento, uno spunto di riflessione, di discussione. MILK deve dare a ciascuno di noi la forza per non arrendersi MAI. La forza per proseguire atesta alta e lottare per difendere le proprie idee, i propri ideali. Sfidare le convenzioni per essere liberi. Per essere rispettati e vedere riconosciuti i sacrosanti diritti civili di ogni singolo individuo. MILK è la speranza di essere se stessi per chi, nell’oblio della vita quotidiana, si sente solo.
Perchè “La speranza non sarà mai silenziosa“.
Cito. In toto.
Perché le parole di SuperPop rispecchiano in pieno quello che ho visto, sentito, provato.
Le notizie di questa sera secondo il TG1:
A quando il monotelegiornale su Facebook?
Showreel 2008 HD from Peter Roe on Vimeo.
C’è qualcuno che si offre come insegnante?
Pagamento: eterna riconoscenza.
Una giornatina niente male, veramente, massacrante. Quasi 2 ore in copisteria per stampare quella ricerca. Ed è successo di tutto. Prima nessun tizio del negozio a cui chiedere di lanciare le stampe, poi il computer non leggeva il mio pdf, poi la carta inceppata (e ancora nessuno che la disinceppava) poi la carta finita (ma talmente tanto finita che non avevano più gli A4 e dovevano tagliare in 2 l’A3), poi il toner finito (ma la ragazza che mi seguiva era bassa e non arrivava al contenitore dei toner, poi non sapeva qual’era e quindi ha lasciato perdere, servendo altri). E ovviamente il toner era finito all’ultima pagina. Poi dovevano essere tagliate e rifilate. La macchina era ovviamente impegnata. E la tizia continuava a controllare le mie stampe. Sì, ok, va bene, alcune immagini sono in bassa, altre saranno venute male perché non le ho schiarite. Però, cavolo mettiti lì, e taglia quei cavoli di fogli. E sì, voglio il retro nero per la rilegatura, perché non ho voglia di decidere. E sì, sono sicuro (anche perché gli altri colori erano un rosso che non c’entrava nulla con i colori della copertina e altri che non avevo voglia di vedere). Poi, ovviamente, lei non poteva fare cassa, quindi ho dovuto aspettare un’altra. 40 euro per stampare e rilegare 2 ricerchine del cavolo.
E poi, ovviamente, di corsa in aula, arrivando a destinazione praticamente ansimando.
Per un esame tremendo, con domande sinceramente assurde. Ma per lo meno è andato. Mal che vada, ci penserò di nuovo il 2 sera.
Ora voglio solo tranquillizzarmi un po’, mangiarmi la mia crepes alla Nutella qui al TodoModo e scappare poi sul treno e tornare a casa.
Che domani sarà un’altra lunga giornata.
È che a volte ho un po’ nostalgia, di tanto tempo fa’.
Di quell’estate in cui ci siamo scambiati per la prima volta l’indirizzo email e non vedevo l’ora di poter tirare il cavo telefonico per potermi collegare e leggere qualche tua notizia.
I tempi in cui fantasticavamo di giri a Milano, la grande città che sembrava così lontana e difficile da raggiungere.
Promesse di giri per negozi, alla ricerca di dischi, perché quella era la nostra passione.
Versioni ed esercizi di latino, per riuscire a fare la metà del lavoro, visto che entrambi avevamo tirato troppo in luogo e l’estate stata ormai finendo.
Poi il rientro a scuola. Un anno, un altro e poi il saluto, la decisione di cambiare.
Due anni dopo, finita la maturità , la vacanza insieme, ripetuta poi ancora due anni dopo.
Il rapporto è cambiato. Io sono cambiato, tu sei cambiata.
E ora sinceramente non mi piace molto com’è il nostro rapporto. Vorrei sapere di più, vorrei poterti stare più vicina se ne hai bisogno, vorrei di nuovo i nostri pomeriggi passati al telefono, anche se prendere la linea era un problema visto che la tua era sempre occupata.
E mi chiedo dove stiamo andando, entrambi. E non so rispondermi. Né per me, né per te.