Galeotto fu lo Starbucks Arenal, Madrid e le due orientali (ma forse anche no) che lo stavano fotografando sul tavolo.
E poi via, in FNAC, a comprarlo ad un prezzo folle, ma scontato di un paio di euro.
Scrivevo il post precedente.
E ogni volta che vedevo un “fi” comparire a schermo, non potevo fare a meno di esclamare nella mia mente: legatura!
È che alla fine ti lasci sommergere dal peso e dall’ansia delle cose da fare e dalla paura dell’insuccesso.
Litighi per due giorni con un software decisamente ostico e vuoi fare del male agli sviluppatori che l’hanno pensato e realizzato.
Pensi a come tutto sommato questi prof. non li sopporti per nulla.
Poi succede che finalmente ottieni un .otf perfettamente funzionante.
E ti rendi conto che la percezione del programma è cambiata. Quelli che sono i limiti ora sono punti di forza e ti abitui all’interfaccia scarna ad essenziale tanto che il ritorno ad Illustrator è quasi traumatico.
Poi c’è la lezione, la consegna e la revisione.
E dimentichi tutto il resto e rimani affascinato dalle parole, dalle slide, dai miliardi di glifi e alfabeti che si susseguono sullo schermo. E poi la revisione. Cavolo, parlare con qualcuno che sa, sa fare e sa spiegare è qualcosa di indescrivibile. Si sciolgono i dubbi, si fanno domande, si ottengono risposte e consigli.
Infine sei in macchina, vero casa, dopo qualche disavventura. Il cielo è pieno di nuvole grigie cariche di pioggia. Ma ad un certo punto vedi un raggio. Guardi meglio e i raggi sono molti. Guardi meglio e ti accorgi che nelle nuvole, in un certo punto, c’è un buco. E dentro quel buco il sole sta tramontando, inondando di luce il buco stesso. Uno scenario spettacolare, di quelli che non ti aspetti di vedere in autostrada verso casa alla fine di una settimana e giornata particolarmente pesante. E, ovviamente, quando serve la macchina fotografica non c’è
Alla fine, ho perso un po’ il feeling che avevo con questo blog nel riempirlo di tutto ciò che succedeva.
Ora ci sono molte cose di cui potrei parlare, ma semplicemente evito.
Per un motivo o per un altro.
Però, ecco, in realtà le cose accadono, belle e brutte, anche se non lo dico.
Come il compleanno del Byb, la cena in pizzeria con il fratello (che fa gli anni qualche giorno prima), la tavolata da 16 posti, poi il post serata (solo per chi è senza figli :P) al Milwaukee 50’s diner a Varedo che ospitava una cover band revival molto brava, poi il dj che non sapeva mixare ha iniziato a picchiare con le peggiori truzzate commerciali con qualche tocco di classe con Madonna e una doppia Lady GaGa (con una Telephone orribilmente stoppata per far posto a Ke$ha la buzzicona).
Poi cos’è successo? Boh, Sicuramente qualcosa, anche se in verità ho rimosso.
E sicuramente succederà nei prossimi giorni, però non so se scriverò.
Vedremo.
Cade la pioggia là fuori sui vetri delle finestre.
Cade la pioggia qui dentro me, persino.
Ma si porta via sentimenti che avrei preferito non provare.
E in questo nuovo senso di vuoto penso che forse ha senso dare un taglio quando è più ciò che viene tolto rispetto a ciò che viene offerto.
Sinceramente i signori di Google potevano anche risparmiarci questo logo orribile per la Festa dei lavoratori
Che poi, dopo una giornata così, ci voleva proprio una serata così.
Un ottimo film, bello bello bello.
Tre persone, a cui mi sto affezionando sempre di più.
Una faccia già vista di sfuggita (e ovviamente, mica me lo ricordavo) e ora rivista.
Un’altra nuova faccia conosciuta.
Un hamburger con karaoke di sottofondo ondeggiando al ritmo di musica indecente.
La pioggerellina all’uscita dal pub.
Il viaggio di ritorno in dolce compagnia.
E così, ora, posso crollare sul letto contento.
ladri:
1) volume
http://www.youtube.com/watch?v=OVMo0d1LeyY
2) impianto audio
3) navigatore satellitare
4) 17 configurazioni
5) sette posti
6) chiave elettronica
7) camera retrovisore
E niente, son qui a casa con 39 di febbre, esattamente come l’anno scorso, proprio in concomitanza con il Salone e il Fuorisalone.
E così anche quest’anno me lo perdo, però sono riuscito a godermi la giornata di martedì: la conferenza di Interni Think Tank in Università Statale, moderata da un grandissimo Philippe Daverio. Le installazioni, decisamente interessanti. La corsa per recuperare il 50mm per la Canon. Il Camparitivo al nuovo Design Bar della Triennale disegnato interamente da Matteo Ragni. E poi un veloce incontro prima con Manu, poi William Perry. Una persona che ho sempre apprezzato. E conoscerla finalmente dal vivo, beh, non fa che confermare quel che ho sempre pensato di lei.
Più Camparitivi gratuiti per tutti, meno febbre per me, un po’ di foto su Flickr per voi e la promessa che forse parlerò meglio di tutto quando starò meglio e avrò tempo.
http://www.youtube.com/watch?v=SZB7D3vGhXs
Perché sono nel club
Bevo solo champagne
Non raggiungerai il mio telefonohPerché sono nel club
Bevo solo champagne
Non raggiungerai il mio telefonoh